Perché bisognava salvare “il soldato Cafiero”? Se lo chiese nella scorsa consiliatura del Csm il Pm antimafia Sebastiano Ardita, all’epoca esponente della corrente Autonomia&indipendenza, il gruppo fondato da Piercamillo Davigo. Il magistrato, ora procuratore aggiunto a Messina, ad aprile dello scorso anno era intervenuto in Plenum chiedendo lumi su una chat fra Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia da novembre del 2017 al febbraio 2022, e Luca Palamara.
Il Csm, in particolare, aveva aperto una pratica per capire come mai l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, all’indomani della mancata nomina di Cafiero De Raho a procuratore a Napoli a luglio del 2017, avesse chiamato Palamara dicendogli “Salviamo il soldato Cafiero”.
“É una chat che andrebbe approfondita chiedendo magari agli interessati a cosa si riferissero, quale battaglia era stata combattuta, poi chiarita e magari inserita nel provvedimento, cosi tutto rimane vago”, disse Ardita. “Ci sarebbe anche da comprendere per quale ragione il ministro
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