946 fenomeni metereologici estremi in 507 comuni d’Italia negli ultimi dieci anni. Lo rileva l’ultimo rapporto dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente che annuncia come dal 2010 a fine ottobre 2020 si è registrata una crescita di trombe d’aria, alluvioni e ondate di calore con Roma, Bari, Milano e Agrigento tra le città che hanno subìto maggiori danneggiamenti. Gli effetti negativi del clima “impazzito” raccontano quindi di fenomeni purtroppo in costante crescita. Ecco quindi perché chi è intenzionato a ristrutturare casa è opportuno che non li sottovaluti salvaguardando così lo stato di salute dell’abitazione.
Gli esperti di Habitissimo, il portale che aiuta a trovare il professionista più adatto per le riparazioni e ristrutturazioni domestiche, hanno analizzato gli inconvenienti più comuni offrendo consigli su come intervenire.
Qual è la parte più sensibile della casa? «Parlando dei danni causati da piogge abbondanti, nevicate a bassa quota o vento forte», risponde l’architetto Filippo Chiesa Ricotti dello studio GruppoTre Architetti di Milano iscritto al portale,«un tema da affrontare è quello delle coperture. Una volta, per costruire un tetto, veniva realizzata una struttura in legno e predisposta una copertura di tegole: in quelle condizioni già il solo spostamento di una di esse a causa del vento avrebbe potuto offrire all’acqua un passaggio verso l’interno dell’edificio con l’alta possibilità di provocare un danno consistente alla soletta. Oggi invece vengono coibentati, protetti, in modo da annullare la possibilità di infiltrazioni grazie a delle guaine impermeabilizzanti che evitano ogni dispersione di calore. In questo modo, anche nel caso le tegole dovessero subire danni o semplicemente spostarsi, gli strati sottostanti vanno a proteggere la casa».
Per prevenire i problemi legati alle infiltrazioni, che creano umidità e muffe, bisogna prestare attenzione anche al sottosuolo. Resina idroattiva, impermeabilizzazione bentonitica, impermeabilizzazioni liquide e osmotiche o impianti per il controllo delle falde sono valide soluzioni per sfuggire allagamenti o infiltrazioni nelle cantine e nelle taverne che può avvenire nel caso in cui il terreno diventa saturo e quindi non più capace di assorbire e drenare l’acqua. Anche le conseguenze dei guasti dovuti a trombe d’aria che, come sottolinea Legambiente nel Meridione sferzano le città costiere mentre al Nord si concentrano nelle aree di pianura, non devono essere dimenticate. Habitassimo nella sua indagine nota che “uno degli eventi più comuni, ma anche più dannosi, è legato infatti alla poca manutenzione degli spazi esterni: se la casa è circondata da alberi è assolutamente necessario che ciclicamente questi vengano potati”.
Ma anche il tetto deve essere protetto ad esempio con delle grappe speciali che lo rendono a prova di bufera. Quest’ultimo è chiaramente sensibile anche alla neve, non solo per il suo peso. Si può deteriorare ad esempio perché lo scarso isolamento di soffitte o sottotetti provoca fuoriuscita di calore che può scioglierla e “ricongelandosi, può creare maggiore accumulo e danneggiarlo: oltre al grande spreco energetico che si verifica in questi casi, intervenire sul tetto ha costi molto elevati”, spiegano.
Questi lavori di riqualificazione possono essere effettuati approfittando degli sgravi fiscali. «Un ulteriore consiglio che mi sento di offrire a chi sta pensando di intervenire sulle coperture, è quello di non sottovalutare il Sismabonus», commenta Filippo Chiesa Ricotti. «Gli interventi di consolidamento della struttura, tetti compresi, possono infatti portare a un miglioramento di classe sismica e quindi rientrare in questo pacchetto di sgravi fiscali. Con la legge di bilancio approvata a dicembre 2020 eventuali lavori su tetti e coperture vengono considerati interventi trainanti cosa che invece, a giugno, non era prevista».
Non solo Sismabonus. Da Habitissimo ricordano che: “Con la proroga dell’Ecobonus sarà possibile usufruire dello sgravio fiscale del 110 per cento per la coibentazione dei tetti, ma i lavori dovranno interessare almeno il 25 per cento della superficie. Anche la spesa per sostituire le tegole può rientrare nel Superbonus ma deve comunque essere accompagnata da un intervento che preveda l’inserimento di uno strato coibentante. La sostituzione di infissi e lucernari può rientrare nell’ecobonus 110 per cento se insieme ad essi si interviene sul cappotto termico oppure se si effettua altro intervento trainante che porti ad aumentare di due classi l’Attestato di Prestazione Energetica APE. In caso contrario, si può comunque usufruire del bonus ristrutturazioni al 50 per cento”. Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.