“Tanto tuonò che piovve” recita un antico proverbio,
mai così adatto a descrivere quanto sta accadendo con il correttivo
al Codice dei contratti relativamente all’applicazione della legge
sull’equo compenso ai servizi di ingegneria e architettura.
Equo compenso e Codice dei contratti: il dubbio normativo
Quello tra il D.Lgs. n. 36/2023 e la Legge n. 49/2023 è un
rapporto che non si è mai riuscito a consolidare soprattutto dopo
che l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ne ha evidenziato le
criticità applicative. Non sono bastate neanche i pochi interventi
della giustizia amministrativa che non è riuscita a fornire un
orientamento pacifico in grado di guidare le stazioni
appaltanti.
Il dubbio, evidenziato soprattutto da ANAC, riguardava la
possibilità di interpretare la legge sull’equo compenso in 3
diversi modi:
- gare a prezzo fisso;
- competizione limitata sulle spese e oneri accessori
(interpretazione caldeggiata da alcuni TAR); - inapplicabilità dell’equo compenso ai bandi pubblici per
l’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria.
È così che nello schema di Decreto
Legislativo di modifica del
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