Il sismabonus e le necessarie modifiche per renderlo ancora più efficace. E’ questo il senso della battaglia che l’ordine degli Ingegneri di Napoli sta portando avanti in queste settimane. Una sfida che porta la firma dell’ingegnere Michele Di Lorenzo, il quale ha anche inviato diverse note al Presidente della Repubblica e al Ministro Roberto Gualtieri. Atti nei quali ha evidenziato la presenza di una falla nel sistema del superbonus edilizio al 110% introdotto dai decreti del governo Conte per rilanciare l’economia. E cioè che si attuano interventi di riqualificazione energetica, dunque principalmente cappotti termici sulle facciate, senza tenere conto dello stato delle strutture che spesso sono di palazzi vecchi ed in cemento armato , e per i quali dunque non è più assicurata sicurezza e stabilità. “Tale singolare e paradossale situazione porta e continua a portare ad irrazionali conseguenze agli stessi lavori di ristrutturazione dei vecchi fabbricati ad uso abitativo” spiega Michele Di Lorenzo.E’ lo stesso ingegnere a indicare una possibile via d’uscita che sarebbe quella di prevedere che «per i fabbricati ultimati da oltre 50 anni, subordinare gli interventi previsti dall’ecobonus a seguito dei lavori di miglioramento statico previsti con il sismabonus». L’obiettivo, dunque, è quello di ottenere la ripresa economica di tutto il comparto coniugando altresì la messa in sicurezza del nvecchio patrimonio edilizio abitativo sempre più fragile e vulnerabile, con un conseguente incremento del valore economico dei fabbricati. In questo modo, scrive Di Lorenzo si risolverebbe un problema applicativo che non trova soluzione da ormai un quarto di secolo: la mancata introduzione del fascicolo del fabbricato. “Un totem che non siamo ancora riusciti a superare e che si materializza ogni volta a seguito dell’onda emotiva di qualsivoglia cedimento, crollo o tragedia sia delle strutture portanti primarie e sia degli elementi decorativi delle facciate” aggiunge Di Lorenzo. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente dell’Ordine Edoardo Cosenza: “Il provvedimento nacque bene tecnicamente premiando maggiorente gli interventi più incisivi dal punto di vista sismico. Il senso era che più diminuiva il rischio sismico più si aveva un incentivo. Dopo ha assunto una veste diversa, sono state messe più risorse, e questo è positivo, ma non c’è premialità in funzione della qualità dell’intervento, tutti i lavori beneficiano dello stesso incentivo”. Secondo il presidente dunque, “si raggiunge l’obiettivo di rilanciare il mondo delle costruzioni, ma non si raggiunge l’obiettivo di mitigare il rischio”. La soluzione sarebbe una sola, sostiene Cosenza: “Si devono rigraduare gli incentivi: 80 110 e 130 per cento. A parità di spesa creare una gradualità di benefici”.
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