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Con l’entrata in vigore del Decreto Crescita (D.L. n.
34/2019), sono cambiate alcune regole relative agli adempimenti dei
contratti di locazione stipulati con l’opzione della
cedolare secca. In particolare, non è più prevista
alcuna sanzione per la mancata comunicazione della risoluzione
anticipata del contratto.
Risoluzione contratto con cedolare secca: il Fisco sulle
sanzioni
La conferma arriva anche da Fisco Oggi, in risposta a una
contribuente che ha chiesto chiarimenti sulle possibili sanzioni
per la mancata comunicazione della risoluzione del
contratto.
Ricordiamo che con l’adesione al regime di cedolare secca i
proprietari di immobili dati in locazione ad uso abitativo possono
pagare un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative
addizionali regionali e comunali, eliminando al contempo l’imposta
di registro e l’imposta di bollo.
Possono usufruire di questo regime solo le persone fisiche
proprietarie o titolari di diritti reali di godimento su immobili
affittati a uso abitativo. Non è applicabile alle società o agli
affitti di immobili commerciali, con alcune eccezioni temporanee
introdotte dalla normativa.
Queste le caratteristiche principali del regime di cedolare
secca:
- aliquote agevolate
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