

PESCARA. In cinque, tre persone fisiche e due giuridiche, rischiano di finire sotto processo per evasione fiscale, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e violazione delle norme per l’accesso ai benefici del superbonus e sismabonus 110%: una truffa che dovrebbe essere di poco inferiore ai due milioni di euro. A chiudere l’inchiesta, con la richiesta di processo, è il pm Fabiana Rapino che, per accertare tutte le diverse irregolarità, si è affidata agli esperti della guardia di finanza che hanno condotto le indagini.
Un lavoro capillare per arrivare a formulare le relative accuse riguardo anche a lavori che gli imputati avrebbero falsamente certificato come eseguiti, accedendo così ai finanziamenti previsti dal governo. Due le società gestite dai tre imputati coinvolte in questa inchiesta (due pescaresi e una donna originaria del Chietino): «Poiché in qualità di rappresentante legale della società», scrive la procura in uno dei capi di
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