

La realizzazione di un’opera pubblica non termina con
l’aggiudicazione della gara. È nella fase esecutiva che si
concentrano le principali criticità, soprattutto in termini di
ritardi, contenziosi e inefficienze.
A sottolineare alcuni punti d’ombra nell’attività delle stazioni
appaltanti è ANAC, motivo per cui l’Autorità ha deciso con una
direttiva programmatica di recente approvazione di concentrare nel
2025 la propria attività di vigilanza su alcuni ambiti ad
alta criticità, a partire dalle opere incompiute e dai
cantieri bloccati. L’obiettivo è duplice: da un lato, individuare
le responsabilità di stazioni appaltanti e operatori economici;
dall’altro, contribuire concretamente alla rimozione degli ostacoli
che rallentano la spesa pubblica e compromettono la qualità dei
servizi per i cittadini.
Cantieri fermi e grandi opere: scatta l’azione di vigilanza
dell’Autorità
Il primo fronte su cui ANAC interverrà riguarda le opere
pubbliche bloccate o fortemente rallentate. In
particolare, l’attenzione sarà rivolta a:
- dighe e infrastrutture idrauliche attualmente
in stallo; - interventi contro il dissesto idrogeologico,
spesso soggetti a lunghi ritardi; - progetti finanziati dal PNRR, dove si intende
prevenire frodi e garantire il
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