Per il 2021 è previsto un Bonus mobili fino a 16.000 euro. Approvata anche una incentivazione fiscale sul risparmio idrico nelle riqualificazioni edilizie
La legge di Bilancio 2021 ha approvato l’innalzamento del tetto massimo di rimborso delle spese con il bonus mobili e grandi elettrodomestici a basso consumo. Lo ha deciso la commissione Bilancio alla Camera approvando un emendamento alla manovra, riformulato e sottoscritto da tutti i gruppi. Con la modifica, il bonus rimane al 50% della spesa, ma l’ammontare complessivo sale da 10 mila a 16 mila euro.
Una manovra fortemente sostenuta da Federmobili Confcommercio per Imprese per l’Italia e Assarredo di FederlegnoArredo come dichiara una nota congiunta.
“Fin dalla sua introduzione il Bonus Mobili si è dimostrato uno strumento utile e apprezzato sia dalle famiglie che, naturalmente, dalle aziende del settore. L’innalzamento del tetto di spesa da 10mila a 16mila, richiesto e sostenuto da Federmobili Confcommercio per Imprese per l’Italia e Assarredo di FederlegnoArredo e inserito nella Manovra 2021, rappresenta pertanto il riconoscimento della validità della misura e sancisce il cambiamento di prospettiva imposto dalla pandemia nei confronti della casa. Un luogo che si è trasformato improvvisamente in ufficio, classe e spazio di condivisione costante fra tutti i componenti della famiglia, spesso costretta a rivedere il layout degli ambienti o a modificare gli arredi per rispondere alle nuove necessità.
Garantire un sostegno più consistente alle spese sostenute per rendere gli spazi e gli arredi più confortevoli e funzionali ad un tempo è un segnale davvero importante non solo per il settore che rappresentiamo, ma anche per i cittadini costretti a trascorrere molto più tempo fra le mura domestiche. Soddisfare questa domanda – spiegano il presidente di Assarredo Maria Porro e il presiedente di Federmobili Mauro Mamoli – ha importanti ripercussioni in termini di responsabilità sociale per le nostre imprese, ancora prima che implicazioni di tipo economico.
Inoltre – concludono – l’aumento del massimale di spesa può consentire, a una più larga fascia di popolazione, l’acquisto di mobili Made in Italy, andando a sostenere la domanda interna di uno dei settori industriali più importanti e rappresentativi che può fortemente contribuire alla ripartenza del Paese. Un grazie sentito a tutti gli attori della rappresentanza del nostro settore e ai Parlamentari che hanno sostenuto l’iniziativa“.
Per il 2021, il Bonus mobili ed elettrodomestici spetterà a chi ha intrapreso lavori di ristrutturazione a partire dal 1° gennaio 2020.
Bonus idrico 2021
La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato anche un emendamento alla Legge di Bilancio 2021 introducendo una incentivazione fiscale sul risparmio idrico nelle riqualificazioni edilizie. Un tassello particolarmente importante nel percorso di riqualificazione sostenibile del patrimonio immobiliare italiano, basato sul riconoscimento che l’acqua potabile è un bene scarso da gestire in modo più efficiente.
La norma prevede la possibilità per i contribuenti persone fisiche di usufruire di 1000 euro, da utilizzarsi entro la fine del 2021, per interventi di sostituzione di vasi sanitari in ceramica con apparecchi nuovi aventi un volume massimo di scarico non superiore a sei litri e di rubinetterie sanitarie, comprese quelle per la cucina, soffioni e colonne doccia a portata ridotta. Rientrano nel massimale di spesa anche le opere idrauliche e murarie collegate e gli oneri di smontaggio e dismissione dei sistemi preesistenti.
Come ha ricordato una nota di Anima e Confindustria Ceramica, uno studio commissionato da quest’ultima al CRESME e presentato a Roma nel luglio 2013 evidenziava come il 30% dei consumi medi giornalieri di un cittadino italiano, pari a 250 litri, fosse da attribuire all’uso dei vasi sanitari nel nostro Paese, dove gli oltre 57 milioni di vasi in esercizio consumano annualmente 1,4 miliardi di metri cubi di acqua, pari ad un costo di 2,4 miliardi di euro. Oltre la metà di questi sanitari è stato posato prima del 1990, quando gli apparecchi sanitari utilizzavano 12-15 litri per ogni scarico. Qualora si sostituissero i 28,4 milioni di vasi “ante 1990” con nuovi apparecchi, aventi scarico massimo pari a 6 litri, si avrebbe un risparmio strutturale di acqua pari a 414 milioni di metri cubi all’anno, un risparmio di 665 milioni di euro per le famiglie italiane ed una riduzione di 2,9 milioni di tonnellate di CO2 per minore uso di energia elettrica necessaria per l’approvvigionamento e la distribuzione.
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