I datori di lavoro che lavorano nel Mezzogiorno ed in regioni svantaggiate possono beneficiare della Decontribuzione Sud: i dettagli sull’agevolazione
A beneficiare della decontribuzione Sud possono essere i datori del Mezzogiorno e di regioni svantaggiate. Introdotta dal Decreto Agosto, consiste in uno sconto sui contributi previdenziali dovuti dal datore per i propri dipendenti. La Legge di Bilancio 2021 ha prolungato l’esonero contributivo fino al 31 dicembre 2029. Lo sgravio è del 30% e resta invariato fino al 2025, per poi passare al 20% e poi al 10% tra il 2026 ed il 2029.
Le regioni nelle quali può essere chiesta la decontribuzione sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Possono ottenere lo sgravio anche i datori di lavoro con sede legale in una regione che non lo prevede, purché la prestazione lavorativa si svolga in una delle suddette. Per quel che riguarda i settori lavorativi, sono esclusi quello agricolo e i datori di lavoro che stipulano contratti di lavoro domestico.
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Decontribuzione Sud, il meccanismo nel dettaglio
Nel dettaglio, la decontribuzione funziona così:
- 30% di contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, esclusi i premi e contributi dovuti all’INAIL (fino al 31 dicembre 2025).
- 20% di contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, esclusi i premi e contributi dovuti all’INAIL (2026 e 2027).
- 10% di contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, esclusi i premi e contributi dovuti all’INAIL (2028 e 2029).
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L’approvazione dell’aiuto contributivo, comunque, è sottoposta all’autorizzazione da parte della Commissione Europea, nel rispetto di quanto prevede il Quadro Temporaneo per gli aiuti dello Stato a sostegno dell’economia in periodo epidemico.
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