La possibilità di cedere il credito con lo Stato per i lavori di efficientamento energetico e sismico degli edifici è una delle ragioni del successo del Superbonus. A otto mesi dall’avvio di questa imponente macchina (1° luglio 2020), il mercato vede in campo tutti i principali istituti di credito italiani. Anche se avviare i cantieri del 110% resta cosa complicata a livello burocratico e progettuale, privati e condomìni hanno a disposizione un’ampia gamma di possibilità per cedere la detrazione e ripagarsi le spese. Se non ci saranno ulteriori proroghe (da settimane si ipotizza uno slittamento del 110% fino a fine 2023), restano poco più di 15 mesi per poter usufruire dell’agevolazione. Tempi risicati per poter adempiere a tutti i passaggi richiesti dallo Stato.
Oggi gli istituti di credito rilevano il superbonus ad un prezzo che cerca di coprire l’intera spesa detraibile. Attenzione però: il prezzo d’acquisto non è l’unico elemento da considerare: soprattutto per chi vuole farsi finanziare prima di cedere il credito d’imposta. In questo caso è importante valutare bene il Taeg proposto dalla banca e la durata del finanziamento.
Il prestito ponte, potrebbe essere necessario se non si hanno a disposizione i soldi da anticipare all’impresa per l’avanzamento dei lavori. In questo caso è bene sapere che ci sono intermediari che non offrono il prestito abbinato al 110% (come ad esempio Poste Italiane, Generali, UnipolSai). «Le banche offrono al cliente un servizio che al termine dei lavori consentirà di finalizzare con semplicità e convenienza, l’opportunità del Superbonus – spiega Hermes Bianchetti, responsabile Divisione Business di Banca Valsabbina, istituto che ha varato un piano a sostegno della clientela sulle detrazioni del Superbonus – anche finanziando le opere attraverso linee di credito dedicate. Tali crediti, con differenti dinamiche, possono essere a loro volta soggetti a cessione o decurtati dall’importo della fattura tramite il meccanismo dello “sconto in fattura”».
La cessione del credito non è complessa, ma è sempre meglio procedere con cura e guidati da un professionista. «Una volta maturato il credito, il processo di cessione viene avviato attraverso la movimentazione dei rispettivi cassetti fiscali. E per fare ciò, una volta caricati i documenti sul sito dell’Agenzia delle Entrate, bisogna contattare la banca alla quale si intende cedere il credito – spiega Bianchetti -. Un passaggio che solitamente è preceduto dalla stipula di un pre-accordo di cessione tra il cliente e la banca acquirente, in cui vengono dettagliatamente definite le condizioni economiche applicate alla compravendita».
Prima di procedere all’acquisto dei crediti, la banca chiederà al cliente una serie di documenti, che possono variare da istituto a istituto. «Nello specifico, se l’acquisto è effettuato da un general contractor che applica lo sconto in fattura, la documentazione richiesta da Banca Valsabbina si riassume nel visto di conformità del credito, nell’asseverazione tecnica dei lavori collegati alla detrazione, nel modello dell’Agenzia delle Entrate di esercizio dell’opzione, nelle attestazioni relative all’inoltro delle pratiche ad Agenzia delle Entrate/Enea e nella dichiarazione di conformità dei documenti consegnati in copia rispetto agli originali – spiega il manager di Valsabbina -. Se l’acquisto è effettuato da privato, il kit documentale è più strutturato e comprende, tra gli altri, il titolo abilitativo, la visura catastale attestante la proprietà o i diritti reali di godimento sull’unità immobiliare alla data di inizio lavori, l’autocertificazione resa dal beneficiario sull’uso residenziale dell’immobile e i preventivi di spesa/computo metrico estimativo/contratto di appalto con l’impresa che esegue i lavori e/o la lettera di incarico professionale».
Una volta fornita la documentazione necessaria per la compravendita, la banca effettua una verifica di conformità prima di accettare nel proprio cassetto fiscale i crediti oggetto di compravendita, liquidando le somme pattuite al cliente. «Il processo per quanto riguarda Banca Valsabbina, è particolarmente semplice – precisa Bianchetti – e si conclude in 3 giorni lavorativi». Ricordiamo infine che quasi tutti gli intermediari acquistano i crediti d’imposta anche dalle imprese edili che realizzano le opere. L’idea è quella che l’impresa proponga lo sconto in fattura e poi – una volta rilevato il bonus dal cliente – lo ceda a una banca, da cui nel frattempo si sarà fatta finanziarie per pagare le spese correnti. Ma il prezzo d’acquisto è spesso di un paio di punti inferiore a quello proposto ai privati.
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