Le compagnie di noleggio dei mezzi per la mobilità condivisa incontreranno venerdì i rappresentanti del Ministero dei trasporti per proporre linee guida per la regolamentazione dell’industria di monopattini, bici, scooter e auto in condivisione. Assosharing, nata lo scorso novembre, è la prima associazione di categoria del comparto della mobilità condivisa e rappresenta un settore con oltre 5 milioni di utenti iscritti in Italia. Tra i fondatori ci sono Matteo Tanzilli (Helbiz), Luigi Licchelli (Share Now), Alessio Raccagna (Lime, che da poco gestisce anche il marchio Jump), Andrea Giaretta (Dott) e Alessandro Vincenti (Mimoto).
L’occasione per l’incontro sono gli investimenti del Recovery Plan nella linea di indirizzo della mobilità sostenibile degli enti locali, indirizzo al quale sono allocati 18,5 miliardi di euro. Secondo Assosharing, gli investimenti dovrebbero sostenere le amministrazioni pubbliche per implementare le infrastrutture materiali e immateriali per agevolare l’uso dei nuovi mezzi, utili soprattutto a coprire il cosiddetto “ultimo miglio”, cioè la parte finale del percorso per raggiungere il posto di lavoro.
L’associazione, consapevole delle critiche piovute su mezzi come i monopattini per la loro presunta pericolosità, chiedono però anche interventi sul codice della strada quali la riduzione della velocità massima per la micro-mobilità da 25 a 20 km/h, lasciando il casco obbligatorio per i soli minori di 18 anni, (anche in riferimento alla recente bocciatura della sentenza del Tar di Firenze sull’obbligatorietà del casco anche per i maggiorenni). La velocità limitata di questi mezzi – che viene controllata già da remoto per gli operatori in sharing – permettrebbe di avere un minor numero di incidenti rispetto ad altri servizi di mobilità.
A questo proposito Assosharing ha avviato uno studio con l’Osservatorio della sharing mobility, dal quale emerge che il monopattino in sharing ha un’incidenza di incidenti del 43,8 a fronte per esempio del 65,9 di altri veicoli (valutando i tassi di incidentalità ogni 10.000 mezzi). Sempre riguardo il Codice della strada, l’associazione chiede anche un aggiornamento delle norme rispetto alle nuove modalità di mobilità in sharing esistenti e l’armonizzazione delle segnaletiche verticali e orizzontali tra i vari comuni, specie per quanto riguarda le Ztl e i parcheggi dedicati.
Tra le proposte dell’associazione al Mit, anche maggiori finanziamenti da indirizzare per esempio per l’acquisto di voucher dedicati e bonus mobilità rivolti a tutto il comparto, inclusi scooter e auto in condivisione; l’allineamento dell’Iva al 10% come avviene già per il trasporto pubblico locale, per garantire una maggiore sostenibilità finanziaria di tutti i servizi di sharing mobility; la semplificazione della burocrazia e nuovi strumenti normativi per agevolare gli enti locali a predisporre le infrastrutture per la mobilità in condivisione e l’incentivazione di corsi o master universitari a favore delle nuove figure professionali come quella del “mobility manager”, reso obbligatorio nel Decreto rilancio per tutte le aziende pubbliche o private con più di 100 dipendenti.
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