Proroga del superbonus 110 per cento e aliquota unica al 75 per cento per il bonus ristrutturazioni: sono queste le novità fiscali più di rilievo della relazione del Senato al Recovery Plan. Dopo l’approvazione della risoluzione di maggioranza il 1° aprile 2021, il Governo è chiamato a definire il PNRR, da presentare alla Commissione Europea entro il 30 aprile.
Proroga per il superbonus del 110 per cento e aliquota unica a 75 per cento per bonus ristrutturazioni: sono queste due delle novità fiscali più di rilievo contenute nella relazione sul Recovery Plan approvata in Senato il 1° aprile 2021.
Camera e Senato hanno messo a punto le risoluzioni sulle linee d’indirizzo del PNRR, base dalla quale partirà il Governo per la redazione del Recovery Plan definitivo da trasmettere all’Europa entro il 30 aprile 2021.
La riforma fiscale non sarà nel Recovery Plan, ma il piano di ripartenza dell’Italia dopo la crisi da Covid-19 punta anche sulla leva tributaria. Le potenzialità del superbonus del 110 per cento e la necessità di prorogarne la durata sono alcuni degli aspetti evidenziati sia nella relazione della Camera che in quella approvata in Senato il 1° aprile 2021.
In quest’ultima è tra l’altro contenuta la proposta di semplificazione delle detrazioni fiscali sui lavori edilizi, modificando quanto previsto dall’articolo 16-bis del TUIR.
Proroga superbonus e bonus ristrutturazioni al 75 per cento: le novità fiscali del Recovery Plan
Il testo del Recovery Plan attualmente disponibile, approvato dal Governo Conte a gennaio, sarà rivisto e modificato dall’attuale Esecutivo.
Dopo l’ok alla risoluzione della maggioranza da parte del Senato, predisposta sulla base delle relazioni redatte dalle Commissioni, tocca ora al Governo mettere a punto la nuova versione del PNRR.
Il cammino del Recovery Plan è ancora lungo – anche se i tempi stringono – e per la definizione dettagliata delle novità è necessario attendere.
Ci sono però alcuni punti fermi, tra cui la proroga del superbonus del 110 per cento, richiesta sia dalla Camera che dal Senato.
Nella risoluzione approvata il 1° aprile 2021 si impegna il Governo a prevedere, nell’ambito del Recovery Plan, la proroga fino al 2023 dell’agevolazione introdotta dal decreto Rilancio.
Una richiesta già contenuta nella relazione messa a punto dalla Camera che, oltre ad evidenziare la necessità di una proroga fino al 2023, sottopone all’attenzione del Governo la necessità di valutare l’inserimento del bonus del 110 per cento in una strategia di riqualificazione degli edifici e di semplificazione, anche per accelerare i tempi di recupero del credito d’imposta e per estendere la platea dei beneficiari.
Se si guarda inoltre alle relazioni messe a punto dalle Commissioni 5° e 14° del Senato, nel capitolo dedicato alla riforma fiscale trova inoltre spazio la proposta di razionalizzare gli altri bonus edilizi esistenti, relativamente a ristrutturazioni ed efficientamento energetico.
Per il bonus ristrutturazioni, la proposta è di prevedere un’aliquota unica al 75 per cento, modificando l’attuale quadro frastagliato disegnato dall’articolo 16-bis del TUIR.
- Senato – Relazione delle Commissioni Riunite sul Recovery Plan
- Relazioni delle Commissioni riunite 5ª (Programmazione economica, bilancio) e 14ª (Politiche dell’Unione europea) sulla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Recovery Plan: cessione del credito superbonus e non solo, verso una piattaforma unica
Cosa troverà effettivamente spazio nel Recovery Plan e nei progetti collegati è ancora presto per dirlo. Il superbonus è però uno degli aspetti che meglio si inserisce nelle Missioni del PNRR e, in particolare, in quella denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
La risoluzione di maggioranza approvata in Senato il 1° aprile 2021 impegna inoltre il Governo a implementare una piattaforma per la certificazione e la circolazione dei crediti d’imposta. Una mossa che, evidentemente, è legata alla “monetizzazione” del superbonus del 110 per cento prevista dal decreto Rilancio e degli altri bonus edilizi.
L’obiettivo è di trasformare i crediti d’imposta in moneta virtuale, sia per consentire agli operatori di utilizzarli come mezzi di pagamento di beni e servizi e sia per immettere capacità finanziaria nel sistema economico senza aumentare il debito pubblico.
Un progetto che, guardando al superbonus del 110 per cento, non può che essere preceduto da un lavoro di riordino della normativa e di semplificazione.
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