Sono già finiti gli incentivi per le auto nuove a benzina, gasolio e ibride. Cosa succede adesso e quali fondi sono ancora presenti?
Come previsto da qualche tempo, sono già finiti l’8 aprile gli incentivi per le auto nuove a benzina, gasolio e sistema ibrido. Erano 250 i milioni di euro stanziati dal governo nella legge di bilancio, che consentivano alle persone di poter acquistare o anche rottamare questi tipi di vetture, quelle meno inquinanti.
Tutti questi soldi, dovevano sostenere il mercato dell’automotive italiano, per ben sei mesi, dunque fino a giugno. Adesso, invece, si prevede una perdita di interesse degli italiani nell’acquisto di macchine meno inquinanti, e soprattutto un calo dell’economia per tutto il settore.
L’unica cosa da fare, a questo punto, sarebbe lo stanziamento di ulteriori fondi per le auto a benzina, gasolio e ibride, ma è tutto da vedere nonché da valutare. Difatti, ciò dovrebbe essere fatto anche per non avere un PIL (Prodotto Interno Lordo), meno forte di quanto già non sia.
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Fondi per auto, presenti ancora plug-in e elettrico
Se i fondi stanziati per le auto nuove a benzina, gasolio e con sistema ibrido sono già finiti, ecco che invece quelli per le macchine elettriche o plug-in ci sono ancora. Sono, infatti, 170 i milioni di euro ancora presenti per questi tipi di veicoli, con extrabonus di 76 milioni.
Pare evidente, dunque, che anche in Italia si è affermato nei pensieri delle persone, il nuovo modello di mobilità, che ha fatto capolino per via della pandemia dovuta al Covid-19. Difatti, l’abbassamento delle emissioni è un leitmotiv di questo inizio decennio, e lo sarà fino alla fine di esso.
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Adesso, bisogna trovare nuovi soldi per i fondi e gli incentivi. Tuttavia, la coperta è corta e i problemi non mancano, soprattutto per quanto riguarda la situazione sanitaria, che tiene maggiormente banco nel paese.
I fondi stanziati per le auto nuove a benzina, gasolio e ibride con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km, quindi, sono già finiti. Il settore dell’automotive è fondamentale per la crescita dell’Italia e della sua economia, e si spera che non venga lasciato solo a se stesso.
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