Come avevamo già scritto, il Bonus Facciate al 90% così com’era stato annunciato era esageratamente permissivo (nessun tetto di spesa, utilizzabile per qualsiasi lavoro in facciata su qualsiasi tipo di edificio, manutenzione sia ordinaria che straordinaria), ora, durante la discussione parlamentare ne stanno tracciando dei paletti per potervi accedere. L’emendamento (25.2000) presentato dai relatori propone di circoscrive questa agevolazione agli edifici situati nelle zone A e B e specifica su quali parti dell’edificio devono essere realizzati i lavori. L’emendamento estende anche la detrazione a professionisti, imprese e autonomi, ma con aliquota che si riduce al 50%. Quest’ultimo passaggio è più incerto. Nel corso dell’esame, gli stessi relatori hanno presentato un altro emendamento, (25.2000 testo 2), che non fa riferimento agli edifici produttivi.
Bonus facciate 90%, edifici e interventi ammessi
Due emendamenti prevedono che le spese sostenute il prossimo anno, nel 2020, per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in zona A (centri storici) e B (totalmente o parzialmente edificate) hanno diritto ad una detrazione dall’imposta lorda pari al 90%. Tra gli interventi agevolati, si legge, sono inclusi anche quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna.
Diversamente da quanto proposto con un emendamento del M5S, sembra quindi che la volontà dei relatori sia quella di non introdurre alcun tetto di spesa alla nuova detrazione né di escludere le manutenzioni ordinarie.
La detrazione sarà ripartita in dieci quote annuali di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.
Bonus facciate collegato a riqualificazione energetica
Secondo altri emendamenti dei relatori, se i lavori di rifacimento della facciata, nel caso in cui non siano di sola pulitura o tinteggiatura esterna, riguardano interventi che migliorano l’isolamento termico o interessano oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, i lavori dovranno soddisfare i requisiti previsti dal DM 26 giugno 2015 e, per quanto riguarda la trasmittanza termica, i requisiti della tabella 2del DM 26 gennaio 2010.
In questi casi, gli interventi saranno soggetti ai controlli dell’Enea per la misurazione del risparmio energetico ottenuto, ai sensi dell’articolo 14, commi 3-bis e 3-ter del DL 63/2013.
Tali emendamenti specificano che saranno ammessi al Bonus Facciate solo gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi.
Questo tipo di emendamenti, però, se non modificati, fa correre il rischio di sovrapposizione tra Ecobonus per gli interventi sull’involucro e nuovo Bonus Facciate (economicamente più vantaggioso, al 90%). Per i lavori che riguardano le strutture opache verticali, l’Ecobonus infatti prevede una detrazione “solo” del 65%, con tetto di spesa di 60mila euro. Gli edifici in zona A e B potrebbero quindi scegliere tra Ecobonus e Bonus Facciate. Quest’ultimo, con aliquota al 90% e nessun tetto di spesa, risulterebbe molto più conveniente.
Bonus facciate ridotto al 50% per professionisti e imprese
L’emendamento 25.2000 prevede che il Bonus Facciate sia riconosciuto anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa e ai titolari di reddito di lavoro autonomo, ma con una percentuale ridotta al 50%. Se la proposta dovesse essere approvata, tra i beneficiari rientrerebbero quindi alberghi e altri immobili produttivi.
Si tratterebbe di una mediazione tra la versione ipotizzata inizialmente, che escludeva completamente professionisti ed imprese, e le proposte del centrodestra, poi rivelatesi esageratamente permissive, di estendere la detrazione al 90% a tutti gli edifici produttivi e commerciali.
Da una parte può sorgere qualche dubbio su quale sia la volontà dei relatori in merito agli immobili produttivi, ma il problema sembra essere quello delle coperture. Includere gli edifici produttivi rappresenta, ovviamente, un costo maggiore. Si può quindi immaginare che i relatori abbiano presentato delle alternative, rimettendo la scelta alla discussione in Senato.
Ancora non vi sono certezze, quindi, sugli edifici produttivi. Da una parte l’Ecobonus al 65%, ma con tetto di 60mila euro, dall’altra il bonus facciate al 50%, ma senza alcun vincolo di spesa. Per capire che direzione prenderà il Bonus Facciate, bisognerà attendere l’approvazione definitiva della Legge entro fine mese.
Addio allo sconto in Fattura dal 2020 per Ecobonus e Sismabonus
Dal 2020 niente più sconto in fattura per chi effettua lavori che danno diritto all’Ecobonus e al Sismabonus. Le opposizioni hanno di fatto cancellato – con un emendamento – la possibilità di cedere il proprio credito di imposta ai fornitori in cambio di uno sconto equivalente direttamente sul corrispettivo da pagare per i lavori, norma che era stata introdotta a primavera 2019 con il Decreto Crescita.
Tecnicamente, l’emendamento si propone di abrogare i commi da 1 a 3ter dell’articolo 10 del decreto Crescita, che prevedeva la possibilità di cedere/trasferire lo sconto fiscale previsto, ottenendo dal fornitore del servizio uno sconto immediato in fattura. In pratica non sarà più attuabile quel meccanismo grazie al quale si poteva cedere il proprio sconto fiscale ai fornitori che avrebbero poi scalato l’importo della detrazione direttamente sulla somma da pagare per i lavori.
I politici dell’opposizione hanno raccolto l’appello di Confartigianato e degli artigiani italiani che non si trovano nelle condizioni economico-finanziarie di poter anticipare uno sconto né di poter sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito. Nel settore dell’edilizia, infatti, vi sono migliaia di piccole e piccolissime imprese che operano, per le quali uno sconto immediato in fattura non era praticabile per problemi di liquidità o comunque perché non potrebbero esporsi troppo, mentre lo era solo per poche grandissime realtà. L’emendamento cancella quindi questa alternativa in quanto si temeva generasse concorrenza sleale.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.