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I contanti e il 730? Perché scatta la “trappola” – il Giornale

La lotta al contante non si arresta, anzi, si intensifica proprio a ridosso dell’approvazione del decreto Sostegni bis e del periodo previsto per la presentazione del modello 730 relativo all’anno di imposta 2020. Una delle maggiori novità, infatti, potrebbe rivelarsi l’impossibilità da parte dei privati di poter usufruire delle consuete detrazioni d’imposta del 19% per tutte quelle spese effettuate in contanti: o meglio, tali detrazioni saranno consentite solamente se relative a spese effettuate tramite versamenti bancari, postali o attraverso altri sistemi di pagamenti tracciati. Secondo quanto rivelato negli ultimi giorni dal quotidiano Italia Oggi, il ministero dell’Economia e l’Agenzia delle entrate avrebbero ricevuto da parte della consulta dei Caf dei consulenti del lavoro la richiesta di modificare la disposizione relativa all’impossibilità di usufruire di detrazioni per i pagamenti in contanti. Una richiesta in un primo momento accolta di buon grado dal ministero, con il governo pronto a elaborare un emendamento per accogliere la richiesta. Qualcosa che, però, ormai a ridosso del mese di maggio sembra poter non arrivare, con buona pace degli amanti del caro vecchio contante.

Una manovra, quella contro la detrazione del contante nel 730, già contenuta nella legge di Bilancio entrata in vigore il primo gennaio 2020 (in particolare, nell’articolo 1 comma 679 della legge 160/2019). Definita, così, l’impossibilità di usufruire della detrazione fiscale del 19% per i pagamenti non tracciati a partire dalla dichiarazione dei redditi 2021, ovvero quella relativa all’anno fiscale 2020. Come approfondito negli ultimi giorni, la consulta del Caf ha voluto fare leva sulla mancata presa in considerazione della disposizione da parte dei contribuenti, il cui sconto fiscale per spese mediche o veterinarie effettuate in contanti potrebbe essergli negato. Qualcosa che, al momento, non sembra essere riuscito a smuovere Ministero e Agenzia delle entrate.

Le altre novità del 730

Poche modifiche, ma sostanziali, con la maggiore novità caratterizzata dal superbonus introdotto dal decreto Rilancio: attraverso questo, è possibile ottenere la detrazione del 110% delle spese effettuate – dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 – per interventi di riqualificazione energetica e di recupero edilizio su unità immobiliari residenziali o su parti comuni condominiali. Ingresso nel modello 730 anche per bonus vacanze e bonus mobilità, il cosidetto “bonus bici” introdotto per l’acquisto di monopattini elettrici o, appunto, bici ed e-bike.

Altro importante vantaggio presente nel nuovo 730 è il bonus facciate, quello – cioè – che prevede la detrazione del 90% delle spese sostenute dal 1° gennaio 2020 per gli interventi finalizzati al rifacimento della facciata esterna degli edifici. Va specificato, inoltre, come per chi presenterà un reddito complessivo inferiore ai 120 mila euro, è prevista una detrazione del 100% delle spese relative al quadro E (Istruzione, salute, interessi del mutuo). Una detrazione del credito che, nei casi superiori ai 120 mila euro, decrescerà in base al reddito, fino ad azzerarsi per i redditi complessivi superiori ai 240 mila euro.

Le nuove detrazioni consentite

Necessario specificare come, in seguito alla pandemia, sia stata ampliata la possibilità di usufurire detrazioni fiscali relative alle spese effettuate per mascherine, saturimetri e altri dispositivi e strumenti volti a difendersi dal coronavirus – anch’esse, di consefuenza, riconosciute solo se effettuate attraverso metodi di pagamenti tracciati. Detrazioni previste anche per le donazioni, quei versamenti in favore della Protezione civile o di altre iniziative di solidarietà volte a contrastare disagi sociali ed economici portati dalla pandemia globale.

I termini per la presentazione

Non ci sono modifiche rispetto agli anni precedenti, con il termine ultimo per presentazione della dichiarazione dei redditi che rimane prevista per il 30 settembre 2021. Sarà possibile – per chi ne avesse necessità a causa dell’emergenza economica conseguente la pandemia – di incassare il rimborso Irpef in tempi più rapidi presentando la dichiarazone già nei mesi di maggio e giugno. Così facendo, l’accredito del rimborso avverrebbe già nella busta paga relativa al mese di luglio o con la pensione dei mesi di agosto e settembre.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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