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Superbonus 110%, scontro sulle risorse nel Recovery fund. Altolà al Tesoro da Pd e M5s: “Non tagliare i fondi” – la Repubblica

ROMA – E’ scontro sul Superbonus al 110 per cento per le ristrutturazioni edilizie. Da una parte il governo, su indicazioni di Bruxelles, minaccia di ridurre la cifra di 18 miliardi in tre anni di 8 miliardi netti, lasciando a bocca asciutta cittadini e condomini pronti a ristrutturare secondo criteri ecologici e green le proprie abitazioni.

Dall’altra il Pd e M5S che, in vista della chiusura del fascicolo del Recovery, stanno facendo muro. “Si produrrà un blocco di fatto nel settore edile causato da due ragioni”, dichiara Martina Nardi, presidente commissione Attività produttive. “Ci sono tempi troppo stretti per iniziare e concludere i lavori, dato che senza risorse o con risorse scarse il 110% non sarà allungato fino alla fine del 2023”.

In secondo luogo, continua Nardi, “viene dato un messaggio negativo alle famiglie che stanno decidendo ora se ristrutturare o no la propria casa e alle imprese edili che devono investire. Ad esempio già risulta che è difficile trovare ponteggi nelle quantità e nei tempi necessari”.

SUPERBONUS EDILIZIO: LO SPECIALE CON DOMANDE E RISPOSTE

M5S e Pd minacciano dunque una battaglia contro il Tesoro per cambiare questa impostazione e tornare al patto politico già sottoscritto nel Conte 2 che prevedeva l’inserimento del Superbonus 110% nel Pnrr così da allungare la tempistica per almeno altri 2 anni. Nelle tabelle in circolazione che anticipano il Pnrr, il finanziamento al Superbonus risulta frazionato tra 10 miliardi in capo ai fondi europei e 8 miliardi integrati dal fondo nazionale (che ha dotazione complessiva di 30 miliardi).

Sull’agevolazione fiscale – che scatta nel momento in cui vengono effettuati lavori ‘importanti’ sugli edifici (il cosiddetto cappotto o la sostituzione dell’impianto di riscaldamento) in modo da guadagnare due classi energetiche, oppure interventi antisismici strutturali – gli addetti ai lavori si aspettano una proroga almeno fino a tutto il 2023. Un orizzonte ritenuto imprescindibile per avviare lavori complessi, i cui tempi si sono dilatati per il susseguirsi di indicazioni tecniche che, tra provvedimenti attuativi e indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, solo alla fine del 2020 hanno chiarito il quadro. Pende, per altro, ancora la necessità di introdurre semplificazioni, in particolare per quel che riguarda la presenza di abusi edilizi. Tra le ipotesi allo studio, c’è anche un allargamento del Superbonus agli alberghi e alle strutture ricettive: il comparto del turismo lo attende come incentivo al miglioramento delle infrastrutture e, in senso ampio, alla ripartenza dopo la batosta delle chiusure obbligate a causa Covid.

La stessa filiera delle costruzioni, dalle imprese alla rete delle professioni tecniche fino agli amministratori di condominio, ha chiesto congiuntamente “rassicurazioni al Governo sulla proroga alla detrazione fiscale del 110% per gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica degli edifici”, “sgomberando il campo dalle ipotesi circolate negli ultimi giorni di ridimensionamento della misura”. In una nota unitaria di dieci sigle si spiega: “Gli interventi del Superbonus 110% stanno finalmente iniziando a partire, per questo occorre dare certezza alla misura ed evitare brusche frenate”.

Source: repubblica.it

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