CNA Costruzioni e Installazioni Impianti: “Un aumento della domanda non può tradursi in un’impennata dei prezzi”
AREZZO — Il
superbonus 110% rischia di infrangersi contro lo scoglio dell’aumento
indiscriminato delle materie prime.
La tanto agognata
agevolazione mostra i suoi effetti collaterali accanto ad una burocrazia
asfissiante, vero tallone d’achille del Paese, emerge con fragore
l’aumento inusitato delle materie prime che rallenta i lavori di aziende e
professionisti costretti a fare i conti con l’aumento vertiginoso dei costi a
fronte della crescita della domanda di fruizione dell’agevolazione.
“Da un’indagine CNA
– affermail presidente CNA Costruzioni Arezzo Francesco Riillo –
emerge che l’introduzione delle misure agevolative a favore della filiera delle
costruzioni sta avendo buoni riscontri sul mercato ma è importante non
sottovalutare l’impennata dei prezzi”.
In generale sono
aumentati tutti i prezzi dei materiali e in particolare quelli legati ai bonus
per le ristrutturazioni. Dall’acciaio al legno, al PVC e al rame, fino a
materiali isolanti, malte, collanti e laterizi, gli aumenti rischiano di
inficiare l’andamento positivo della misura.
“Nel settore delle
costruzioni – continua Riillo – gli aumenti più importanti in un anno
riguardano i metalli, con punte che superano il +50%; i materiali
termoisolanti, con punte che oscillano tra il +25% e il +50%; i materiali per
gli impianti, con punte che superano il +25% e il legno (+15%). Elevata anche
la crescita per altri materiali, che oscilla tra il +10% di malte e collanti e
il +11% dei laterizi. In salita è anche il prezzo dei ponteggi, passato in
breve tempo da 15 euro al metro quadrato ai 24 euro attuali. Il costo di
rifacimento di un cappotto termico è passato da 65 a 90 euro al metro quadro.
Gli aumenti
riguardano anche le imprese che lavorano nel settore pubblico. Ad esempio, il
bitume è aumentato del 35-40% ma le imprese hanno stipulato accordi ‘quadro’
biennali o triennali con prezzi che non hanno possibilità di aggiornamento
automatico. E, allora, il prezzo del bitume era ai minimi storici. Si tratta di
un danno che può avere anche conseguenze sulle progettazioni delle opere
derivanti dal Recovery Plan perché con questi aumenti non saranno
realizzabili”.
“Meno marcato
l’aumento dei prezzi nel settore impiantistica – afferma il presidente
elettricisti CNA Arezzo Roberto Marmorini – dove si registrano
incrementi del +10%. Specialmente in questi settori a farla da padrone sono le
materie prime (materiale elettrico, plastica, componentistica, ottone, ferro,
etc.) provenienti dalla Cina dove il costo dei container è più che raddoppiato.
Lievi incrementi (dal +5% al +8%) anche in merito al costo delle caldaie e dei
condizionatori”.
“Lo scenario che si
va prospettando – sottolinea il presidente idraulici CNA Arezzo Damiano Iacovone
– rischia di mettere in seria difficoltà gli operatori del settore, in
particolare per quanto concerne il superbonus 110% che ha massimali di spesa
ben precisi, il cui superamento rischia di rendere meno conveniente per il
committente l’agevolazione fiscale. Infatti le imprese da un lato non avranno la possibilità di rivedere i
preventivi già accettati dai committenti , e si vedranno costrette a coprire di
tasca propria gli aumenti, riducendo di conseguenza i propri margini. Per
quanto riguarda, invece, le nuove lavorazioni che non sono ancora state
contrattualizzate con molta probabilità i costi incideranno anche sui clienti”.
Per limitare i
danni, le imprese cercheranno di rinegoziare i prezzi applicati alla clientela o
cercheranno nuovi fornitori, ma nonostante ciò si teme una riduzione
dell’effetto espansivo delle agevolazioni, un danno destinato a ricadere
sull’intero sistema, in termini di mancata crescita dell’occupazione, dei
consumi, del prodotto interno lordo e delle entrate fiscali.
Altro aspetto da
non sottovalutare è quello legato alla reperibilità dei materiali e i tempi di
consegna. Un esempio che vale per tutti è rappresentato dai materiali per la
coibentazione degli edifici. Se prima venivano consegnati in una decina di
giorni oggi se va bene ce ne vogliono 40. Le imprese hanno preso impegni, c’è
una importante scadenza da rispettare per i lavori del superbonus ed è il 30
giugno 2022.
La soluzione?
“Chiarezza e giusti tempi – concludono Riillo, Marmorini e Iacovone – Il legislatore deve elaborare un testo unico per i bonus, prorogarlo fino
almeno al 2023, semplificare gli aspetti burocratici e dare certezze,
consentendo un’adeguata pianificazione agli operatori di filiera coinvolti”.
Source: quinewsarezzo.it
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