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Uffici comunali più lenti che smart «Primo appuntamento a giugno» – Corriere Fiorentino



Smart working nella pubblica amministrazione, tanti dipendenti lavorano da casa ma quali sono le ripercussioni sul cittadino? Nella riorganizzazione degli uffici in fase pandemica, può succedere che al centro dell’attenzione ci siano soprattutto i lavoratori che gestiscono il servizio, e meno i cittadini che devono usufruire di quel servizio.



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È quanto emerge dalle criticità rilevate dalle associazioni dei consumatori e dagli ordini che lavorano con il Comune e altre istituzioni. A partire dagli architetti. «Il primo appuntamento on line per parlare con un tecnico del Comune è per martedì 8 giugno. Non è accettabile che, dopo un anno e mezzo di pandemia, Palazzo Vecchio non si sia ancora organizzato adeguatamente per fornire risposte celeri a chi ha bisogno». A parlare è Pier Matteo Fagnoni, presidente dell’Ordine degli architetti, che mette sotto accusa l’amministrazione comunale per una gestione poco «smart» dello smart working: «La situazione per noi è molto difficile perché abbiamo difficoltà a incontrare i tecnici comunali».

Opinione simile dall’Ordine degli ingegneri, il cui presidente Giancarlo Fianchisti rivela criticità soprattutto in materia di ecobonus, dove «sono decine i condomini che stanno aspettando una risposta che purtroppo non arriva a causa dei ritardi burocratici». «La situazione — secondo il presidente degli ingegneri — è complicata perché è sempre difficile trovare le persone, ci sono i funzionari più smart che ti lasciano il cellulare e allora ti agevolano, ma in molti casi hai solo la mail e passa parecchio tempo prima di avere una risposta». Gli ingegneri, come del resto gli architetti, lavorano soprattutto con l’ufficio urbanistica: «Quando chiediamo di vedere una pratica per il superbonus, come minimo passano almeno due mesi di tempo e questo non fa altro che ingolfare le varie richieste dei cittadini». Ecco perché, auspica Fianchisti, «sarebbe opportuno che potessero riprendere gli incontri in presenza».

Criticità anche per Vincenzo Donvito, presidente di Aduc: «Molte pratiche comunali sono diventate lente. Quello che lamentano i cittadini è soprattutto una poca affidabilità degli operatori che rispondono ai centralini: succede spesso che la persona al telefono, dopo aver preso atto della difficoltà del cittadino, non sappia come rispondergli affinché il problema possa essere risolto». In periodi in cui tutto viene demandato all’online, secondo Donvito, «l’online non funziona così bene e a farne le spese sono soprattutto gli utenti “più deboli” come gli immigrati, e gli anziani». Federconsumatori lamenta invece «una eccessiva informatizzazione dei servizi». «Bene lo smart working visto che c’è la pandemia, ma ci sono alcuni servizi che possono essere eseguiti soltanto via mail quando molte persone anziane non hanno la mail e dunque, visto che adesso la situazione lo consente, sarebbe opportuno offrire servizi in presenza», spiega il presidente di Federconsumatori Toscana Luca D’Onofrio.

25 aprile 2021 | 08:42

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