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Recovery Plan, sì alla proroga del Superbonus Rebus per il fisco – ilGiornale.it

Se la partita economica sulle contestazioni europee alla prima formulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) l’ha giocata in prima persona il premier Mario Draghi, la sfida politica sul superbonus ha visto la prevalenza dei partiti di maggioranza. Al pressing iniziale di Forza Italia, Lega e M5s si sono uniti anche gli altri componenti della compagine che sostiene l’ex numero uno della Bce e, considerato il rinvio a tarda sera della riunione del Consiglio dei ministri, hanno prevalso. La detrazione del 110% fruibile in 5 anni sulle spese di ristrutturazione per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici sarà estesa al 2023. Presentando in Parlamento il Pnrr domani e martedì il premier annuncerà l’impegno a reperire le risorse aggiuntive a settembre in sede di legge di Bilancio. «È a tutti gli effetti debito buono, a differenza del cashback, dunque ora bisogna eliminare i vincoli per ottenere le agevolazioni fiscali che hanno finora ritardato i lavori», ha sottolineato il capogruppo al senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini.

Come ha ricordato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, «sono già previsti ulteriori 18 miliardi più di 10 nel Pnrr e 8 nel Fondo investimenti» e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha assicurato che «nei prossimi provvedimenti verranno stanziati i fondi» per la proroga fino al 2023. Lo stanziamento finora previsto, infatti, garantisce la misura solo fino a giugno 2022 con la possibilità di estenderla fino a dicembre per chi abbia effettuato il 60% degli interventi nel primo semestre e fino a giugno 2023 solo per gli istituti delle case popolari. Lo strumento ha registrato al 13 aprile oltre 10mila interventi per quasi 1,2 miliardi, secondo un’analisi dell’Ance sugli ultimi dati del monitoraggio congiunto Mise-Enea. Confindustria e Ance insieme a tutta la filiera delle costruzioni, da tempo richiedono la proroga per permettere di sfruttare appieno la misura e di aprire i cantieri con la garanzia di riuscire a finire i lavori in tempo per ottenere l’incentivo. Se il superbonus non è ancora decollato, la responsabilità è delle procedure complesse per accedere all’incentivo, a partire dalla verifica della regolarità urbanistica degli edifici. «La certezza del diritto, la massima semplicità possibile e la stabilità, almeno fino al 2023, delle misure messe in campo sono fondamentali per consentire di sviluppare adeguati programmi di investimento in questa materia che è intrinsecamente complessa», hanno chiosato il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini. Gli istituti di credito sono fondamentali per l’attuazione del beneficio in quanto, previo accordo, possono anticipare il credito d’imposta consentendo la partenza dei lavori.

Ieri il dibattito politico sullo stop a Quota 100 a fine anno previsto dal Pnrr è passato in secondo piano. Nelle prossime settimane, però, è pressoché certo che si confronteranno i fautori di «Quota 102» (pensionamento anticipato a 64 anni e 38 di contribuzione) e quelli di «Quota 41», ossia del pensionamento di anzianità con 41 anni di contributi versati. Molto più «doloroso» potrebbe essere il confronto con la Commissione europea su due riforme la cui enunciazione, per ora, non ha soddisfatto Bruxelles. In primo luogo, per Palazzo Berlaymont, la riforma fiscale non è sufficientemente dettagliata. Probabilmente perché concentrata su revisione Irpef, tributi ambientali e contrasto all’evasione e molto meno precisa su spostamento della tassazione dal lavoro ai beni (riforma del catasto, dell’Iva e delle aliquote su capital gain e patrimoni). Analoghe obiezioni sono state mosse sulla riforma della concorrenza derubricata a legge annuale senza specificare i settori di intervento.

Source: ilgiornale.it

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