Il superbonus 110% “rappresenta una grande opportunità per decarbonizzare le città, sostenere il settore edile, produrre posti di lavoro e accrescere il valore degli immobili. Ma è indispensabile risolvere prioritariamente i problemi legati alle complessità burocratiche e ad un orizzonte temporale legato alla sua vigenza davvero troppo breve”.
È quanto evidenzia la mozione n. 1-00346 presentata il 27 aprile dalla Senatrice Bernini (FIBP-UDC) e altri, che impegna il Governo:
1) a prevedere una proroga del superbonus 110 per cento almeno fino a dicembre 2023 con le adeguate risorse, in quanto è una misura che, per la sua complessità attuativa, impone un orizzonte temporale ben più ampio di quello finora previsto;
2) a prendere le opportune iniziative legislative, affinché la proroga venga prevista già nei prossimi provvedimenti d’urgenza e comunque ben prima della prossima legge di bilancio per il 2022;
3) a prevedere, e dare seguito a tutti i rilievi contenuti nelle due relazioni di Camera e Senato sulla proposta di PNRR, riportati in premessa, anche con riguardo alla necessità di una reale semplificazione delle norme e delle procedure che regolamentano la concessione del superbonus, laddove si registrano attualmente eccessivi e farraginosi adempimenti burocratici per la realizzazione dell’intervento e per ottenere il beneficio fiscale;
4) ad estendere la platea dei soggetti che possono fruire dell’ecobonus e del sismabonus al 110 per cento anche ai soggetti esercenti attività d’impresa, arti o professioni;
5) a tenere separato il beneficio fiscale del 110 per cento dagli altri bonus esistenti per le ristrutturazioni e per l’efficientamento energetico degli edifici per i quali la citata relazione delle Commissioni 5ª e 14ª del Senato ha rilevato l’opportunità di prevedere un’unica aliquota al 75 per cento, prevedendo anche per questi la durata della detrazione in 5 anni.
“Dall’ultimo recente monitoraggio congiunto di ENEA e Ministero dello sviluppo economico, emerge che al 22 febbraio 2021, risultano poco meno di 4.400 interventi legati al superbonus, per un ammontare corrispondente di quasi 500 milioni di euro”, si legge nella mozione. “Rispetto alla precedente pubblicazione dell’8 febbraio, dalla quale emergevano 2.960 interventi per un ammontare di 338,7 milioni di euro, si evidenzia che in sole due settimane si è registrato un eccezionale aumento di circa il 50 per cento sia in termini di numero che nell’importo. Dall’esame di questi dati ufficiali, si può stimare un ammontare annuo di almeno 3,6 miliardi di euro; peraltro, occorre sottolineare che molto probabilmente l’importo annuale è notevolmente sottostimato. Va infatti ricordato che solitamente il mese di febbraio a cui si riferiscono i dati non rappresenta un mese di piena operatività dei lavori dei cantieri edili. Inoltre, i dati pubblicati dal monitoraggio prendono in considerazione interventi che abbiano uno stato di avanzamento dei lavori di almeno il 30 per cento. A ciò si aggiunga che la stima di 3,6 miliardi di euro non considera pienamente gli interventi su interi condomini, i quali, alla luce della loro complessità, scontano chiaramente maggiori difficoltà nella partenza dei lavori rispetto agli interventi che insistono su singole unità immobiliari. Ad oggi, infatti, solo l’8 per cento degli interventi attivati si riferisce ai condomini”.
L’Atto di sindacato ispettivo sottolinea con forza che “la procedura per beneficiare del superbonus presenta un elevato livello di criticità e di complessità, tanto che molte imprese si stanno organizzando per cercare collaborazioni con altri soggetti, in primo luogo studi professionali, ma anche con altre imprese del settore. La complessità non riguarda tanto gli aspetti tecnici quanto la normativa che regola tutto il superbonus 110 per cento. E questo è il motivo per cui ad oggi solo una piccola parte delle richieste di informazioni da parte dei cittadini si è trasformata in preventivi per lavori e soltanto una parte minoritaria delle imprese ha già avviato interventi agevolabili con il superbonus. Molti aspetti attuativi delle norme che regolamentano il superbonus sono ad avviso dei proponenti poco chiari e poco definiti nella loro portata, e questo sta imponendo l’emanazione di una gran quantità di “FAQ”, circolari interpretative, guide e provvedimenti da parte dell’Agenzie delle entrate, volte a fornire chiarimenti e risposte alle imprese, agli operatori e ai tecnici che devono essere messi in condizione di avviare i cantieri. Questo fa sì che i termini di validità del superbonus, previsti dalla citata legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020) risultino obiettivamente troppo ridotti e rischiano di vanificare l’impatto positivo dello stesso beneficio fiscale.
Recentemente il CESEF (Centro studi sull’economia e il management dell’efficienza energetica) ha presentato un rapporto nel quale, tra l’altro, si evidenziano alcuni limiti del superbonus 110 per cento, a cominciare dalla durata ridotta del provvedimento. Nonostante la proroga prevista dalla manovra, l’estensione è ritenuta troppo limitata, con il risultato che si privilegiano interventi più piccoli con iter burocratici meno complessi per non avere lavori incompleti allo scadere del provvedimento. A questo, si aggiungono gli eccessivi adempimenti burocratici per la realizzazione dell’intervento e per ottenere il beneficio fiscale che impattano negativamente sull’operatività del superbonus, e la complessità della normativa, sottoposta a continue modifiche che gli operatori devono inseguire per essere o rimanere aggiornati”.
In allegato l’Atto di sindacato ispettivo completo
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Source: casaeclima.com
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