«Le lodevoli finalità del Superbonus (110%) (messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente – risparmio energetico – rilancio dell’economia nazionale), paradossalmente, determinano condizioni di iniquità sociale, atteso che non tengono conto del “reale” stato in cui versa il patrimonio edilizio del Meridione d’Italia e riservano – ancora una volta – favorevoli stanziamenti pubblici solo alle regioni del Centro-Nord. Le restrizioni del c.d. decreto rilancio, in teoria giuste, aggravano il ritardo di quelle realtà in cui la costruzione dei fabbricati è avvenuta in un arco temporale lungo più generazioni, a causa di condizioni reddituali limitate o incerte, che hanno restituito all’attualità edifici per i quali in molti casi è difficoltoso anche reperire i titoli abilitativi ed i relativi progetti, pur rivolgendosi formalmente alle pubbliche amministrazioni competenti e, dunque, individuare gli eventuali abusi edilizi presenti. È lapalissiano che siano proprio le città del Mezzogiorno a necessitare di riqualificazione energetica e strutturale, ma è altrettanto scontato che in assenza di importanti correttivi il Superbonus non risolverà la perenne criticità in cui versano e, anzi, rischia di aggravarla per il debito che indistintamente sarà distribuito sull’intero Paese Italia, pregiudicando il nostro futuro e quello dei nostri figli, pur non avendo potuto godere della agevolazione. È inaccettabile che la misura possa essere fruita solo dagli abitanti di alcune regioni, mentre a subirne le conseguenze economiche siano tutti gli italiani, soprattutto quelli delle generazioni meridionali future. Ecco perché come dirigente di Italia del Meridione e in qualità di consigliere dell’ordine degli ingegneri di Cosenza, ritengo necessario e doveroso introdurre un meccanismo di sanatoria immediata per quelle difformità che limitano l’accesso al Superbonus pur non compromettendo la pubblica e privata incolumità e risultando annoverabili tra i piccoli abusi edilizi, il più delle volte derivanti da oggettive esigenze abitative che hanno comportato la chiusura a veranda di balconi e la trasformazione di cantine e soffitte in micro alloggi. Le procedure ordinarie di sanatoria sono incompatibili sia con i tempi tecnici di evasione delle domande da parte degli uffici tecnici comunali, posto l’elevatissimo numero che deriva dall’ampia diffusione delle citate difformità, sia con l’indisponibilità dei committenti per le spese immediate che devono sostenere in un momento storico di congiuntura economica sfavorevole e perdurante da troppo tempo. La sanatoria immediata deve essere strutturata in modo che gli oneri necessari rientrino tra le spese d’intervento previste dal Superbonus; le difformità dal titolo edilizio siano sanabili mediante asseverazione tecnica di conformità alla disciplina urbanistica attualmente vigente, anche se non rientrano nelle tolleranze costruttive previste dall’art. 34-bis del Testo Unico Edilizia, qualora possa essere trasferita la cubatura edilizia ovvero possano essere applicate misure speciali come il c.d. Piano Casa e non si tratti di interventi strutturali rilevanti nei riguardi della pubblica incolumità. Non è accettabile che il Bonus 110%, da opportunità di rilancio per il settore dell’edilizia, si stia trasformando in balzello fiscale per la sanatoria degli abusi, ne risulta giustificata la sfiducia nei professionisti tecnici italiani derivante dall’obbligo di garantire con specifica polizza il 100% dell’importo associato ad ogni asseverazione, che si traduce per loro in un onere economico sproporzionato rispetto alla minima percentuale di errore da assicurare. Inoltre, è elevato il rischio che le attività di studio preliminare dei tecnici non vengano adeguatamente retribuite, atteso che il pagamento delle loro parcelle è subordinato alla realizzazione dell’intervento, nonostante la maggior consistenza del lavoro professionale si concluda con lo studio di fattibilità, che non sempre determina la presentazione di un progetto e la successiva cantierizzazione. Al contrario, la sanatoria immediata renderebbe centrale e apprezzabile dai clienti il ruolo dei tecnici, per le asseverazioni di conformità necessarie, ampliando la casistica degli interventi eseguibili e, dunque, le condizioni di vantaggio economico per i diversi soggetti interessati. Il Superbonus potrebbe tradursi in un ampio respiro per cittadini, professionisti ed imprese ma è necessaria una lettura politica che tenga conto delle diverse realtà territoriali e, in particolare, delle esigenze da soddisfare nelle aree più disagiate del Paese, che coincidono con le regioni meridionali, non per colpe originali ma per strategie socio-economiche contenute anche in queste ultime misure astrattamente agevolative».
Dirigente Italia del Meridione*
Source: corrieredellacalabria.it
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