di E.I. 27 Maggio 2021
Diminuiscono le compravendite di uffici (categoria catastale A/10) nel 2020, registrando un calo medio nazionale del -10,3%. Il segmento dei negozi (categorie C/1 e C3) registra invece un tasso di perdita maggiore, pari a -14,5%. Calano anche gli scambi di immobili per l’industria (categorie D/1 e D7), che hanno visto una diminuzione del -12,9% rispetto all’anno precedente.
Sono questi i dati che emergono dal rapporto sul mercato degli immobili non residenziali 2021 a cura dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, realizzato con l’Associazione italiana leasing.
Secondo quanto si legge nel rapporto, la ripresa degli scambi, che era in atto dal 2014, si è arrestata prima di riuscire a recuperare i livelli che aveva prima delle misure fiscali del governo Monti, che avevano determinato la seconda grande flessione, dopo la crisi di fine anni 2000. Tale dinamica accomuna i tre grandi segmenti in cui il settore si struttura (uffici, commercio, produttivo), con tassi negativi tutti superiori al 10%; in termini di stima monetaria, il crollo è stato addirittura superiore al 20% (-21,8%), passando da 15,9 miliardi di euro a 12,5 miliardi di euro, con un picco negativo nel settore produttivo (-27%).
Il 2020 è stato caratterizzato da un forte rallentamento per il leasing immobiliare, maggiore rispetto al 2019. Tuttavia già a partire da dicembre 2020 si è osservata una veloce ripresa, proseguita nel corso del primo quadrimestre del 2021, anche grazie alle misure anticicliche adottate dal governo. La soluzione finanziaria del leasing viene utilizzata soprattutto per gli immobili produttivi (45,8% in valore e al 48,8% in numero), seguiti dai negozi (28,0% in valore e 29,0% in numero) e dagli uffici (circa 12% in valore e circa 20% in numero). Per il 2021, il rapporto indica previsioni positive, anche se difficilmente varranno raggiunti i livelli del 2019.
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