Gli interventi con Ecobonus in Basilicata sono ancora limitati, come del resto accade, “a macchia di leopardo”, un po’ in tutto il Paese. Nel 2020 (fonte Corte dei Conti) gli interventi effettuati in Basilicata hanno sfiorato i 3mila, per un ammontare di 15,4 di milioni di euro mobilitati. Nel 2019, 2mila e 350 interventi per 18,8 milioni di euro. La spesa annua per interventi con Ecobonus e Sismabonus, complessivamente in tutte le regioni, supera i 3 miliardi di euro. Partendo da questi dati il Gruppo Cestari, che grazie alla proficua collaborazione con primari enti di validazione e certificazione a livello nazionale (Deloitte, EY, PWC e altri), ha già portato ad approvazione progetti su tutto il territorio nazionale, mette in guardia sulle incertezze che ne frenano i programmi di attuazione.
Intanto, parlare dell’orizzonte temporale per il superbonus 110% è un puzzle di norme, modifiche e intenzioni che si intrecciano tra loro lasciando sempre nel dubbio chi oggi vuole valutare un intervento edilizio, mentre permangono problemi di interpretazioni normative. L’unica certezza: il Governo attraverso il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici.
il Gruppo – che ha cantieri aperti o in fase di apertura a Como, Milano, Padova, Chieti, Roma, Napoli, Salerno, Montesano Sulla Marcellana, Catanzaro, Firenze, Avellino, Moliterno e in Basilicata, con Centro di assistenza tecnico-professionale per la Basilicata a Moliterno – da tempo sollecita lo snellimento burocratico, come ostacolo principale.
Il superbonus genera ricade economiche importanti. Secondo uno studio di Luiss Business School e Openeconomics, rilanciato dal Dipe (Dipartimento politica economica) di Palazzo Chigi, considerato nel triennio 2020-2022 un investimento edilizio di 8,75 miliardi, si calcola un valore aggiunto del Paese pari a 16,64 miliardi. Si valutano così gli effetti della spesa edilizia sugli altri settori. L’analisi considera anche l’effetto dell’incremento di valore del patrimonio abitativo e dei risparmi energetici e anche delle conseguenze sul sistema finanziario derivanti dalla possibilità di cessione del credito di imposta. Ai 16,64 miliardi si potrebbero aggiungere 1,91 miliardi di effetto prodotto nell’economia sommersa. Inoltre è calcolato un incremento di valore aggiunto di 13,71 miliardi (e 1,35 nell’economia sommersa) per gli otto anni successivi alla fine delle detrazioni.
L’ing. Alfredo Cestari, presidente del Gruppo omonimo, rinnova l’appello innanzitutto agli amministratori locali e ai cittadini a “utilizzare il potente incentivo per il recupero di centri storici e Comuni”. Il SuperBonus – dice – può rappresentare una svolta nel rigenerare il nostro patrimonio edilizio e trasformare le nostre case in immobili green e smart dove vivere e abitare, dove fare impresa e lavorare, anche a distanza.
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