“Apprendo con soddisfazione che il Pubblico ministero, nel pronunciarsi sull’istanza redatta nell’interesse del Comune di Benevento, tesa ad ottenere il permesso al rilascio di autorizzazioni per una serie di interventi strettamente connessi alla mancanza del depuratore cittadino, ha disposto il non luogo a provvedere”.
Così l’avvocato e consigliere comunale Vincenzo Sguera annuncia la novità in merito alla questione del diniego a decine e decine di permessi a costruire ed inizio o subentro per le attività commerciali bloccati ormai da mesi dal Comune dopo la prescrizione fatta dalla magistratura che ha intimato all’Ente di non rilasciare autorizzazioni per non aggravare sull’inquinamento dei fiumi. Una disposizione contenuta all’interno del decreto di sequestro degli scarichi notificato lo scorso anno a Palazzo Mosti. Ora, per alcune tipologie di autorizzazioni la strada diventa più semplice.
“Testualmente – spiega Sguera – affermando che: “gli interventi genericamente prospettati dall’istante sono tutti astrattamente autorizzabili sempre che non comportino alcun aggravio ambientale” (NDR: tenendo in considerazione l’attuale situazione ambientale e stante l’ assenza di un autonomo impianto di depurazione). Segnatamente, gli interventi sottoposti all’attenzione del magistrato attengono – in materia edilizia -: manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili residenziali e produttivi; manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili condominiali; lavori interni senza variazione di destinazione d’uso per gli immobili produttivi e residenziali; lavori di ristrutturazione edilizia senza cambio di destinazione d’uso per gli immobili produttivi e residenziali; lavori di ristrutturazione edilizia e cambio di destinazione d’uso nell’ambito delle categorie funzionali definite nel puc secondo quanto previsto dall’art. 31 del ruec che di seguito si riporta: demolizione e ricostruzione di fabbricati residenziali esistenti; frazionamento e accorpamento unita’ immobiliari; ampliamento di fabbricati residenziali unifamiliari; lavori interni senza variazione di destinazione d’uso; ampliamento di attivita’ produttiva senza modifica del carico inquinante gravante sul sistema fognario”.
Ed ancora: “in materia di commercio ed attività produttive: subentro in attività gia’ esistente; viariazione di intestazione di societa’ e / ragione sociale; nuove attività che non comportino aumento degli abitanti equivalenti scaricati in fogna; variazione di attività senza variazione del numero di abitanti equivalente e quindi aggravio del carico inquinante gravante sul sistema fognario.
Ciò detto – spiega ancora l’avvocato Sguera -, appare evidente che, alla luce del provvedimento emesso dalla Procura, il Dirigente competente potrà finalmente provvedere con serenità al rilascio delle numerose autorizzazioni richieste dai cittadini – nel pieno rispetto del provvedimento di sequestro del Gip e previa accurata disamina della sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge – da tempo ferme presso gli uffici comunali, così ponendo fine ad una situazione di stallo che, di fatto, ha determinato un grave nocumento al tessuto sociale e produttivo della nostra città. Il nuovo provvedimento condiviso, invero, consente di mediare le esigenze dei cittadini con quelle di tutela dell’ambiente e della pubblica salute.
Mi sia consentita una chiosa finale: è evidente che lo “sblocco” di una tale incresciosa situazione è stato possibile solo grazie all’impegno ed alla collaborazione di più professionalità che, liberamente confrontandosi sulla problematica con piena cognizione tecnica, hanno individuato la migliore soluzione per la ripresa di interventi edilizi e commerciali in città, paralizzati da troppo tempo. Auspico, dunque, che in futuro e per la risoluzione delle svariate problematiche amministrative (come per i dehors) si possa operare in sinergia, con impegno e dedizione, al netto delle sterili, quanto inutili polemiche e contrapposizioni politiche e, soprattutto, senza che la buona volontà di taluni consiglieri/amministratori debba essere maliziosamente tacciata quale causa di imbarazzo per talaltri”.
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