Tempi difficili per l’immagine del gigante delle prenotazioni online. Non bastano infatti le accuse di evasione fiscale mosse recentemente dalla guardia di finanza italiana e le discussioni conseguenti all’introduzione del nuovo, e costoso, piano Preferred Plus volto a garantire maggiore visibilità sul sito alle strutture partecipanti. Da giorni montano infatti le polemiche anche nella stessa Olanda, Paese dove ha sede proprio booking.com (sebbene il gruppo di appartenenza, la quasi omonima Booking Holdings, è americano, ndr)
A scatenare le proteste, non solo sui social, è stata la decisione della holding, a fine maggio – inizio giugno, di elargire bonus per oltre 28 milioni di euro, in cash e azioni, ai propri tre manager principali . In particolare, il ceo Glen Fogel avrebbe ricevuto 5,8 milioni di euro, il vice presidente Peter Millones, 2,8 milioni, e il cfo David Goulden, ben 20 milioni. Il gruppo avrebbe quindi motivato la scelta con la necessità di trattenere delle risorse chiave, che altrimenti avrebbero potuto decidere di lasciare la compagnia, attratte da eventuali proposte di altri operatori big tech non affetti dalla crisi come Amazon o Google. I bonus sarebbero stati infatti concepiti in modo da compensare le perdite che i tre manager avrebbero subito nella loro parte di remunerazione variabile, legata alle performance finanziare della compagnia.
Il punto è che tale “adeguamento” è stato introdotto solo per i tre executive: in Olanda, dove Booking Holdings genera la maggior parte dei propri ricavi grazie proprio a booking.com, la parte di salario fissa del management di Amsterdam ha invece subito un decurtamento del 20%, mentre gli emolumenti per i dipendenti regolari sono rimasti inalterati. Almeno per quelli che hanno avuto la fortuna di rimanere in organico, visto che la compagnia nel momento peggiore della crisi ha proceduto a licenziare migliaia di persone.
L’entità della polemica, con alcuni che sono arrivati a proporre il boicottaggio del sito, è stata tale da costringere persino Booking a restituire subito gli aiuti pubblici per oltre 100 milioni di euro ricevuti in Olanda (65 milioni) e in altri Paesi, nel periodo iniziale della pandemia. Resta tuttavia da chiedersi come mai, un operatore che nel 2019 registrava profitti per 4,9 miliardi di euro, in grado per di più di pagare bonus per 28 milioni e di restituire con tanta facilità gli aiuti ricevuti, abbia dovuto ricorrere agli stessi contributi statali già nelle fasi iniziali della crisi.
Source: travelquotidiano.com
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.