Redazione 18 giugno 2021 16:37
“Ridurre l’impatto ambientale, aumentare la coesione sociale”. Dopo l’annuncio della Regione sull’utilizzo di 330 milioni di euro per un Piano quadriennale di interventi di efficientamento energetico per il patrimonio di case popolari di Ater, continua il confronto tra associazionismo, cooperazione sociale, sindacati, ordini professionali e l’assessore all’Urbanistica e le Politiche abitative, Massimiliano Valeriani. Un confronto che, come ha fatto sapere la portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio, Francesca Danese, va a rafforzare l’impostazione in base alla quale “non c’è ristrutturazione urbana senza coesione sociale. Rigenerare le periferie coinvolgendo gli abitanti, la trama del tessuto sociale, il Terzo Settore”, ha scritto in una nota Danese al termine di un incontro che si è concluso con un appuntamento tra due settimane per entrare nel merito delle azioni da mettere in campo insieme.
“Il Piano quadriennale di interventi per l’efficientamento energetico e la riduzione del rischio sismico destinato al patrimonio pubblico prevede un investimento complessivo di oltre 330 milioni di euro“, ha ricordato Valeriani. “Ater Roma è la seconda più grande azienda europea di edilizia residenziale pubblica con un patrimonio di 48mila alloggi e 3.600 locali commerciali per una popolazione interessata di circa 150mila residenti. Inizialmente il Piano Ater 110% riguarderà circa 12mila alloggi, pari a un quarto degli immobili totali“, ha spiegato l’assessore.
“Sostenere la transizione energetica non vuol dire solo dotare gli edifici di impianti sostenibili, in grado di inquinare meno“, conclude Valeriani “ma l’obiettivo è soprattutto quello di proporre un nuovo modello di città. Vogliamo promuovere questo programma in tutte le periferie romane, da Corviale a Tor Sapienza, da San Basilio a Tor bella Monaca, per perseguire gli obiettivi 2021-2027 che l’Ue ha assunto, con specifici finanziamenti, sui temi dello sviluppo ecosostenibile relativo alle fonti rinnovabili; sulla riduzione dei consumi energetici con l’abbattimento del costo delle bollette; sul minore impatto ambientale; sulla riduzione degli inquinamenti; sulla messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati con materiali ecologici; su un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione e sull’uso efficiente delle risorse verdi, accompagnata da una crescita dell’occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale“.
Riprende Danese: “Un cantiere lungo quattro anni in cui non può mancare la voce delle persone che abitano e attraversano quei territori persone in carne ed ossa con i loro problemi economici e con i bisogni di cura, con le loro povertà, fragilità e precarietà, che rivendicano il diritto a contribuire a creare un ambiente in cui vivere in tranquillità e sicurezza. Sappiamo che la sfida messa in campo dalla Regione è reale, per questo riteniamo possibile un confronto per promuovere una coprogettazione e una coprogrammazione (strumenti riconosciuti dalla Corte Costituzionale e dalla legge del Terzo Settore) che risultino all’altezza del contesto segnato da un’esigenza di ricucitura delle ferite determinate dalle crisi, sociale, economica, pandemica e climatica. Abbiamo chiesto che la Regione assuma un indirizzo di lavoro che integra ed espande gli interventi del 110% nella prospettiva del “next generation eu” e della rigenerazione urbana nei loro significati più generali di sostenibilità sociale. Rigenerare significa prendersi cura della relazione tra vite e territorio. La Roma che verrà dipenderà dalle scelte che si stanno facendo adesso“.
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