Dopo la complessità dell’ultimo periodo, diversi settori della filiera edile pugliese guardano al futuro con grande fiducia. Dall’Osservatorio del Saie, la Fiera delle Costruzioni che tornerà a Bari dal 7 al 9 ottobre, un’indagine realizzata (metodologia mista web e telefono) su un centinaio di aziende di produzione, distribuzione e servizi fa emergere un comparto che nutre forti aspettative, tendenzialmente soddisfatto del presente e con le idee chiare sulle criticità e sulle soluzioni da adottare.
Tra queste, una spinta potrebbe arrivare dagli incentivi, come il Bonus ristrutturazione, il Bonus Facciate e l’Ecobonus, che già rappresentano una certezza, e dal Superbonus 110%, i cui effetti iniziano a vedersi.
Sul fatturato, le aziende pugliesi hanno una speranza migliore rispetto alla media nazionale. 2 su 3 (69%) sono sicure di chiudere il 2021 con una crescita (contro il 66% del campione italiano). Tra questi sono molti (il 31% del totale) a prevedere un aumento del giro d’affari compreso tra il +5% e il +25%. Meno di un’azienda su dieci circa (8%) crede che il proprio fatturato subirà un calo, mentre per il 24% rimarrà stabile. Nell’ultimo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2020, i numeri sono positivi: per il 56% delle imprese i ricavi sono aumentati, per il 31% sono rimasti stabili e per il 13% sono diminuiti. È il segno di una filiera in ripresa, che prova a mettersi alle spalle le difficoltà. E a conferma della fiducia delle imprese ci sono le aspettative sull’andamento generale del mercato per i prossimi tre anni: ben l’88% delle aziende pugliesi prevede una crescita del settore, con un +2% rispetto al dato nazionale
Per quanto riguarda la soddisfazione sull’andamento complessivo della propria azienda, il 64% degli intervistati si dice soddisfatto, mentre il 36% lo è mediamente. Oltre nove aziende pugliesi su dieci (93%) ritengono, inoltre, di avere un portafoglio ordini adeguato a sostenere finanziariamente l’impresa (contro l’86% della media nazionale). Tra i fattori critici che frenano il settore, in cima c’è sempre la burocrazia e i tempi giudiziari in caso di controversia, l’incertezza normativa (53%), gli aspetti fiscali (42%), e il costo del lavoro (39%). Non a caso, per rilanciare il settore, le imprese guardano soprattutto alla riforma della burocrazia (69%), agli incentivi governativi (65%), allo sblocco dei cantieri (48%), all’abbassamento del cuneo fiscale (39%) e alla digitalizzazione della filiera (15%). Proprio il rapporto con la Pubblica Amministrazione presenta alcuni aspetti critici: innanzitutto l’iter burocratico, seguito dall’accesso ai bandi e dal recupero credito.
Poi c’è tutto il capitolo degli incentivi: il più utile secondo le imprese è il Bonus ristrutturazione (giudicato positivamente dal 71%), seguito dal Bonus Facciate e dall’Ecobonus (entrambi al 68%) e dal Superbonus 110% (66%). per quest’ultimo le aspettative sul fatturato 2021 sono: “meno del 10%” per il 53% del campione, “tra il 10% e il 25%” per il 39%, “tra il 25% e il 50%” per il 5% e “oltre il 50%” per il 3%. A disinnescare il potenziale ci sarebbe anzitutto l’iter burocratico, che non soddisfa il 72% degli intervistati, la scadenza prevista a giugno 2022 (60%), la chiarezza della norma (39%), e i requisiti di accesso (33%). Per produrre effetti positiv, figurano gli auspici di una riduzione della burocrazia e quindi della documentazione richiesta, per il 32% una maggiore chiarezza e trasparenza, per il 31% il prolungamento della durata temporale del bonus, per il 18% meno vincoli restrittivi per l’accesso, per il 13% l’allargamento ad altri tipi di interventi.
Tra i trend più importanti del costruire c’è l’attenzione alla sostenibilità e la digitalizzazione. L’aspetto su cui gli imprenditori stanno investendo maggiormente è la lotta all’inquinamento e l’impatto ambientale (64%), seguiti dall’ecosostenibilità dei prodotti (52%) e dalla riduzione dei consumi (48%). Sono tante, inoltre, le imprese che ritengono di aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale negli ultimi anni, specialmente quelle più grandi. Lo hanno fatto “molto o abbastanza” tutte le aziende (il 100% dei rispondenti) tra quelle con un organico “superiore a 50 addetti”, il 25% delle aziende con un numero di dipendenti “compreso tra 10 e 49” e il 36% di quelle che contano “fino a 9 addetti”. Il 62% delle imprese prevede poi di investire in ricerca e innovazione “meno del 10%” del fatturato, il 18% “tra 11% e 20%”, il 2% “tra 21% e 30%”, il 2% “oltre il 30%”, con un 16% che non prevede alcun investimento. Trasformazione digitale ed innovazione nell’edilizia fanno rima con Building Information Modeling, anche se solo il 27% lo conosce e lo ritiene molto utile, il 33% lo conosce ma ancora non l’ha implementato, mentre il 40% non lo conosce affatto.
“La filiera edile, anche in Puglia, ha risposto con coraggio alle difficoltà dovute all’emergenza sanitaria ed economica. – ha commentato Michele Ottomanelli, direttore tecnico di Saie – e ora le imprese guardano avanti e vogliono consolidare la ripresa. Sono tanti gli interventi che potrebbero aiutare il settore, tra tutti sicuramente spiccano lo snellimento delle procedure relative agli appalti e la stabilizzazione delle misure di incentivo relative alla riqualificazione del patrimonio immobiliare del Paese. Inoltre, il comparto sta affrontando le trasformazioni dovute al Covid-19, che ha evidenziato la necessità di ripensare alla qualità e alla flessibilità degli spazi domestici e delle aree comuni dei fabbricati, aprendo un dibattito di grande interesse. Il tema della sostenibilità ambientale, in particolare, deve entrare a far parte nel Dna della intera filiera delle costruzioni, che inizia a vedere anche l’innovazione digitale come un’opportunità per aumentare la qualità e il controllo di tutte le fasi, dalla progettazione al cantiere, alla gestione manutentiva degli immobili”.
f.g.
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