«Oggi mi sento felice, ho fatto il mio record di transazioni e sono entrato nei 100mila», «è un gioco che premia la costanza, bisogna insistere», «gli ultimi giorni saranno davvero tesi». Le notifiche ritmate delle chat di gruppo sembrano scandire la quotidianità palpitante di chi da mesi pensa solo a una data: 30 giugno. Fino alla mezzanotte di quel giorno si è ancora in gioco, poi è stato deciso – almeno per il momento – di non proseguire. Ultime ore di follie per ottenere quel superbonus da 1.500 euro.
A scriversi, in gruppi privati e chat ben nascoste, sono i ludopatici del cashback: migliaia di persone che sperano di entrare nella lista dei primi 100mila utenti ad aver registrato più transazioni nei sei mesi precedenti. La maggior parte degli italiani si accontenta delle 50 transazioni minime per avere un bonus massimo di 150 euro, ma loro no: loro vogliono i 1.500 euro e per farlo pompano le proprie transazioni visibili sull’app Io. E sono gli stessi «malati di cashback» a rivelare il fenomeno: nelle loro conversazioni c’è chi ha cambiato abitudini quotidiane, chi si sveglia e corre in negozio per fare acquisti compulsivi, chi esce alle 4 del mattino per fare 80 micro-rifornimenti di benzina. «Stanotte 85 transazioni in un’ora al distributore», scrive qualcuno.
Brescia, d’altronde, non è esente dalla psicosi di governo. È una calda notte di giugno e in una delle stazioni di servizio di via Dalmazia c’è un insolito movimento: un ragazzo si avvicina al distributore, eroga qualche centesimo di benzina e rimette a posto la pompa. Ma subito ricomincia: prima un euro, poi 10 centesimi e altri trenta. Trascorrono 15 minuti prima di andar via.
Eccola la nuova frontiera per far aumentare le transazioni e scalare l’ambìta classifica di Stato. «L’altra notte ho dovuto litigare con un signore che mi guardava male perché facevo le mie transazioni», si legge in chat. E dire che i benzinai avevano lanciato l’allarme già in inverno, quando spiegarono che «molti fanno operazioni di pochi centesimi arrivando a circa 10 euro di benzina in tutto. Non si può continuare così, spesso gli impianti si bloccano». Ma c’è anche chi fa decine di mini-spese nei supermercati sparsi in città e in provincia.
È stato persino creato un sito web per tenere aggiornata la classifica. Si chiama «Spizzichino» e mostra il numero di transazioni e la posizione in classifica dei partecipanti (o almeno di quelli che hanno comunicato al sito i dati). «Spizzichino» è la boa: il 100milesimo in classifica, l’ultimo ad aver diritto al superbonus. Se ci si trova sopra nella lista si è dentro, sotto si è fuori.
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