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Bonus del 110%, flop dei lavori a Roma: nel Lazio 1.800 interventi – Corriere Roma

A Roma il superbonus fatica a prendere piede: è stato utilizzato solo per un centinaio di unità indipendenti. Complessivamente nel Lazio sono stati eseguiti fino a oggi 1.799 interventi per un importo totale di spesa pari a 228 milioni di euro (dati aggiornati al 3 giugno). Cifre che la collocano al terzo posto in Italia, dietro a Lombardia (2.439 adesioni per 348 milioni) e Veneto (2.388 operazioni per 260 milioni). Lo rivela il monitoraggio dell’Enea, l’ente pubblico incaricato di controllare le complesse modalità di applicazione della normativa nazionale. La Capitale, però, parteciperebbe solo per il 5% secondo una stima dell’Associazione costruttori edili di Roma (Acer): «A muoversi sono soprattutto i proprietari di villini – spiega il presidente Nicolò Rebecchini –. Chi inizia le pratiche lo fa soprattutto per sostituire caldaie e pompe di calore o installare pannelli fotovoltaici. Il cappotto termico invece risente della diffidenza verso il protrarsi delle maestranze, il calo dei materiali e l’aumento dei prezzi delle materie prime».

Mentre in provincia singoli appartamenti e bifamiliari attendono gli ultimi controlli, gli aggregati più complessi del capoluogo sono ancora fermi alle assemblee condominiali. «Per ogni dieci ipotesi si apre al massimo un fascicolo, ma il montaggio dei ponteggi è ancora lontano – afferma Antonio Pazonzi di Anaci, associazione che riunisce gli amministratori di condominio –. Oltre il 70% del patrimonio edilizio risale a prima del 1971 e l’acquisizione dei documenti rallenta le procedure. Va meglio nei piccoli centri, dove gli uffici pubblici sono più reattivi». Problema che la rete romana di imprese Ecogruppo Spambiente di Marco Astrologo promette di risolvere con E-bonus, l’app che consente di risparmiare mesi di tempo attraverso un’autodiagnosi guidata dell’immobile: «Questo servizio è come un navigatore che spiega la strada migliore per arrivare alla meta – spiega Astrologo –. Intervenendo sullo scambio documentale, facciamo risparmiare al cliente minimo un mese. I lunghi tempi di attesa per fissare appuntamenti saranno solo un ricordo».


Intanto le banche in città stanno accogliendo le prime richieste per smaltire il credito di imposta. Dalle otto sedi e le decine di filiali di Unicredit fanno sapere che la maggior parte delle domande arrivano dai quartieri Parioli, Trieste e Nomentano. Il valore medio complessivo si aggira sui 30 mila euro per i privati, sui 227 mila per i condomìni. «La soluzione preferita da questi ultimi è la cessione, ma sfruttano molto anche ecobonus e facciate – dice Serena Padovano, responsabile per l’Italia centrale –. Con i privati invece stiamo lavorando tanto sulle ristrutturazioni».

Gli intermediari nelle compravendite segnalano contratti finalizzati all’utilizzo del bonus: «La riqualificazione porterà a nuove vendite, ma norme poco chiare e continue modifiche frenano gli interessati – chiarisce Claudio Parenti, consulente d’area di Tecnocasa –. A Rieti e Viterbo si comprano piccoli casali per ampliarli grazie all’agevolazione, ma si tratta di meno di 2 clienti ogni 100. L’impatto reale si capirà tra 5 anni». Tra chi i lavori li ha terminati c’è Giuseppe Caccia, 70 anni, ex dirigente Fs in pensione. Vive a Sant’Oreste, al confine tra le province di Roma e Viterbo: «Ho fatto installare un impianto fotovoltaico sul tetto e sostituire il sistema di climatizzazione, nuove finestre e persiane. Tutto fatto in 9 mesi e ho risparmiato 70 mila euro». Anche in Ciociaria qualcosa si muove: «In tre mesi una società di ingegneri, architetti e piccoli investitori ha acquistato una decina di appartamenti a Veroli – spiega il rappresentante dell’agenzia Gianni Roscioli –. Cassino attira imprenditori campani che fanno incetta di case vetuste e in disuso».

5 luglio 2021 | 07:16

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