Bonus condizionatori, ecco quali sono le possibilità per avere lo sconto. Per questo tipo di agevolazione non ci sono limiti di Isee da rispettare.
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Bonus condizionatori senza limite Isee
Bonus mobili ed elettrodomestici. È una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Fra questi rientrano anche gli apparecchi per il condizionamento.
Bonus condizionatori, quanto spetta. La detrazione va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Per il 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è elevato a 16.000 euro.
Come si paga. Il pagamento va effettuato con bonifico o carta di debito o credito. Può beneficiare della detrazione chi acquista mobili ed elettrodomestici nuovi nel 2021 e ha realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio 2020. Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, è possibile fruire di una detrazione del 50% calcolata su un importo massimo di 10.000 euro (elevato a 16.000 euro per il 2021), riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Il limite dei 10.000 euro riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.
Riqualificazione energetica. Un altro modo per avere lo sconto sul condizionatore è sfruttare le agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici. In questo caso non è necessario eseguire lavori di ristrutturazione. L’agevolazione consiste in una detrazione dall’Irpef o dall’Ires ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Le detrazioni sono riconosciute per: la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento; il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi); l’installazione di pannelli solari; la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. La detrazione spetta, inoltre, per l’acquisto e la posa in opera di schermature solari; di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili; l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o climatizzazione delle unità abitative; l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti; l’acquisto di generatori d’aria calda a condensazione; la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con apparecchi ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione.
La ripartizione. Le detrazioni, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo, variano a seconda che l’intervento riguardi la singola unità immobiliare o gli edifici condominiali e dell’anno in cui è stato effettuato. Condizione indispensabile per fruire dell’agevolazione è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale. L’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2021. Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, per altri spetta nella misura del 50%.
Cessione del credito. Le spese sostenute negli anni 2020 e 2021 per gli interventi di riqualificazione energetica possono beneficiare, invece dell’utilizzo diretto della detrazione, della cessione del credito o dello sconto in fattura. In pratica la detrazione può essere corrisposta attraverso un contributo, sotto forma di sconto sul totale dei lavori, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta. Oppure è possibile cedere il credito d’imposta a una banca o un intermediario.
Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 17:10
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