Un Superbonus 110% più semplice. Che significa di più facile applicazione, con meno rigidità sulle violazioni (da verificare sui singoli interventi) e meno passaggi burocratici. È il risultato del lavoro di mediazione (ma anche qualche scontro) tra le forze politiche per l’approvazione del decreto legge 77, cioè il decreto Semplificazioni o Recovery sulla governance del Pnrr, riformulato due notti fa dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera.
Violazioni formali e residenza: le altre semplificazioni sul Superbonus
Inoltre, si allunga il tempo da 18 a 30 mesi per lo spostamento della residenza nell’immobile oggetto di ristrutturazione con un’imposta del registro ridotta del 2%. Eventuali violazioni formali «che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo, non comportano la decadenza delle agevolazioni fiscali limitatamente alla irregolarità od omissione riscontrata». Lo stop al beneficio si applicherà quindi solo al singolo intervento oggetto di irregolarità o omissione. «Non sono più possibili interpretazioni discrezionali – dice Martina Nardi (Pd), presidente della commissione Attività produttive della Camera che ha presentato l’emendamento che semplifica il Superbonus -: ora è più agevole il suo utilizzo da parte delle famiglie e questo determina evidenti ripercussioni positive per i professionisti e per i cittadini, liberati da numerosi passaggi burocratico-amministrativi».
La proroga del Superbonus al 2023 ancora non c’è
Ma per la proroga del Superbonus 110% bisogna aspettare l’autunno, quando comincerà la discussione della legge di Bilancio. Tra le altre modifiche, c’è l’obbligo per governo e ministeri a fornire alle Camere «tutti i documenti utili» per il controllo dei progetti del Pnrr.
Le altre misure
Salvato il fondo perequativo infrastrutturale da 4,6 miliardi destinato al Sud, alle aree interne e montane. Rinviato a fine 2022 l’obbligo per i concessionari di appaltare i lavori. Anche Anci e Upi entrano nella cabina di regia della governance del Pnrr.
Stop all’innalzamento dei limiti del 5G
Bocciato l’innalzamento dei limiti per il 5G che Italia Viva voleva portare da 6 volt/metro a 61 volt/metro per adeguarlo ad alcuni Paesi europei. Niente da fare anche per il Ponte sullo Stretto: non sarà nella lista delle grandi opere con procedura semplificata.
Source: corriere.it
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