Il Governo ha accolto, in sede di approvazione del decreto Semplificazione alla Camera dei Deputati, l’ordine del giorno a firma della deputata Daniela Cardinale (Misto – CD) che prevede l’applicabilità del “Bonus Facciate” anche a quegli edifici non ricadenti nelle zone residenziali classificate come A e B. La misura, introdotta con la legge di Bilancio 2020, prevede la possibilità per i residenti di detrarre il 90 percento delle spese sostenute per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici.
“Un provvedimento – sottolinea la parlamentare nissena – che non solo ha dato e continua a dare un notevole impulso al processo di rigenerazione urbana dei centri residenziali di molti comuni italiani, ma che ha generato un importante indotto economico per il comparto produttivo dell’edilizia”.
Tuttavia, ad oggi, uno dei limiti esistenti è l’applicabilità della norma esclusivamente agli edifici rientranti nelle zone A e B, secondo la classificazione prevista dal decreto ministeriale del 2 aprile 1968: tutti quegli edifici rientranti nelle zone da C a F, ossia le zone con minore o bassa densità di urbanizzazione, non usufruiscono dunque dell’incentivo.
“Anche al di fuori delle zone A e B – prosegue la deputata Cardinale – sono presenti numerosi edifici, sia rurali che di civile abitazione, che sarebbero comunque meritevoli di attenzione con riferimento all’applicabilità della norma, poiché la loro valorizzazione estetica contribuirebbe indubbiamente a migliorare la qualità del paesaggio e le bellezze architettoniche e naturali”.
L’impegno, accolto dal Governo, è quello di studiare misure volte ad estendere l’applicabilità della norma «Bonus Facciate» a tutti gli edifici restanti.
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