La relazione sul 2020 fa il punto della situazione sui dodici mesi lasciati alle spalle.
I segnali sono contrastanti. Si sperava che il trend dei contagi potesse continuare la sua discesa invece si palesa una probabile ripresa. C’è però l’ottimismo della ragione che deve farci guardare al futuro con rinnovata speranza. I vaccini ci sono e il virus fa meno paura.
Il 2020 è stato un anno difficile. La crisi pandemica ci ha colti impreparati bloccando sul nascere i primi deboli segnali di ripresa manifestatisi a fine 2019. Ricordiamocelo: la crisi dell’edilizia era iniziata nel 2008, una delle crisi più lunghe mai viste, capaci di mettere a repentaglio l’intera filiera delle costruzioni.
Abbiamo anticipato il lockdown generale chiedendo la sospensione delle nostre attività perché impossibile continuare a lavorare tutelando salute e sicurezza dei nostri lavoratori. Durante l’interruzione ci siamo organizzati e ci siamo attivati per la sottoscrizione di protocolli di sicurezza per farci trovare pronti alla ripartenza. L’incertezza ha caratterizzato tutto l’anno e con la nuova ondata di contagi a ottobre il Pil ha subito un’ulteriore contrazione.
Recentemente abbiamo partecipato all’Assemblea di Ance Piemonte-Valle d’Aosta. In quell’occasione sono stati presentati i dati sul Pil regionale. Il Piemonte, nel 2020, ha segnato un -9,4% di Pil rispetto all’anno precedente. Gli investimenti in costruzioni sono diminuiti del 10,3% Il 2021 lascia intravedere dei segnali di inversione.
Tutti gli indici previsionali sono positivi. Se guardiamo anche i dati forniti dalla nostra Cassa Edile si intravede una tendenza al rialzo degli addetti iscritti, che però deve essere rafforzata. Se da ottobre 2019 al settembre 2020 la massa salari aveva subito un calo di oltre 7 punti percentuali la discesa ora si è interrotta e si assiste a una risalita.
Sappiamo bene che la massa salariale è in relazione all’occupazione e la sussistenza degli enti bilaterali e la nostra associazione ne dipendono direttamente… L’andamento delle imprese attive nel settore, considerando anche quelle artigiane, dopo una diminuzione, anche qui, dell’ordine del 7%, dall’ottobre del 2020 a maggio ha fatto registrare un + 1,64%. Se si guarda agli operai attivi l’incremento tra ottobre 2020 e maggio è stato di un +10,63%.
Il numero di lavoratori iscritti in Cassa Edile si attesta su un numero vicino alle 1200 unità. Numero ancora ben lontano da quello che l’edilizia biellese poteva esprimere prima del 2008 quando si sfioravano i 2000 occupati, ma è comunque un segnale di buon auspicio. Segno positivo lo registriamo anche per le ore lavorate che, sempre per lo stesso periodo, registra un più 32%.
Il Covid ha influito in maniera evidente sull’andamento delle ore di cassa integrazione. Se tra ottobre 2019 e il settembre 2020 c’era stata un’impennata del quasi 400% da ottobre 2020 al maggio di quest’anno abbiamo registrato una diminuzione dell’80%. Segnali positivi dunque ma che non possono lasciarci tranquilli.
Con la speranza di superare l’emergenza Covid, si sono presentati due scenari contrapposti che attanagliano il settore: il caro materiali e l’incognita superbonus. A partire dagli ultimi mesi dello scorso anno, a causa di una serie di congiunture negative, impreviste ed imprevedibili, largamente connesse all’emergenza epidemiologica mondiale in atto da Covid-19, si stanno verificando eccezionali rincari nei prezzi di acquisto delle materie prime, con insostenibile sovvertimento dell’originario equilibrio economico dei contratti in corso di esecuzione.
Infatti, a causa di tali aumenti eccezionali, le aziende fornitrici, nazionali ed estere, stanno richiedendo agli appaltatori la revisione delle condizioni economiche dei contratti di approvvigionamento per causa di “forza maggiore”, pena lo scioglimento degli stessi.
I rincari riguardano, anzitutto, il prezzo dell’acciaio che, ad esempio tra novembre 2020 e maggio 2021, ha registrato un aumento eccezionale pari a +150% (elaborazione Ance su dati Meps – prezzo base del “ferro – acciaio tondo per cemento armato”), non meno hanno fatto gli isolanti (preziosi ed introvabili in questo periodo), il PVC, i legnami e così via. Ance ha portato avanti una forte azione di denuncia della problematica presso i Ministeri di riferimento (MIMS, MEF e MISE) e all’ANAC, sollecitando un intervento normativo urgente del Governo, al fine di riconoscere alle imprese gli incrementi straordinari intervenuti, evitando un “blocco” generalizzato degli appalti.
Con l’approvazione, la scorsa settimana, alla Camera della nuova formulazione del decreto Sostegni-bis che introduce un meccanismo di compensazione per le imprese, istituendo un fondo ad hoc, si può tirare un sospiro di sollievo. La misura scatterà a partire da rincari di oltre l’8% relativi al primo semestre dell’anno 2021. Si tratta di un meccanismo di ristoro che mette l’Italia alla pari con gli altri Paesi Ue. La misura riguarda però, purtroppo, i lavori pubblici e non quelli privati. Lì bisogna ancora intervenire.
Sul tema Superbonus. Sin dallo scorso anno, l’ANCE ha partecipato attivamente all’opera di semplificazione legislativa del Superbonus 110% e dei relativi provvedimenti operativi, nella consapevolezza dell’importanza degli incentivi come motore della rigenerazione urbana sostenibile e della ripresa economica del Paese, con vantaggi per le nostre città, per l’Erario e per l’intera collettività. A questo si è poi affiancato un progetto di comunicazione e formazione «continua», rivolta a tutto il sistema associativo per dare informazioni in tempo reale sull’evoluzione della disciplina e delle pronunce amministrative.
Le azioni di Ance hanno portato alla proroga dei benefici fino al 30 giugno 2022 (31 dicembre 2022 per i condomini) e all’introduzione di un meccanismo agevolativo, potenziato e più immediato rispetto alla ordinaria detrazione. E’ stata infatti massimizzata la possibilità di accedere allo «sconto in fattura» e alla cessione del bonus sotto forma di credito d’imposta. È stata anche ammessa la possibilità, per il General Contractor che incarica i professionisti in base ad un mandato senza rappresentanza conferito dal committente, di operare lo «sconto in fattura» anche sulle spese professionali, recuperando lo sconto praticato come credito d’imposta cedibile anche al sistema bancario.
Resta ancora, purtroppo, l’incognita del bonus facciate che, pare, non sia prorogato oltre il 31/12 di quest’anno. L’Ance si è fatta leader nell’azione congiunta con professionisti e con tutti gli attori della filiera delle costruzioni, per ottenere quanto prima una più ampia proroga del Superbonus per tutti gli interventi agevolati almeno sino a tutto il 2023. A questo si aggiungono un costante monitoraggio delle criticità operative (sono state emanate oltre 100 pronunce dell’Agenzia delle Entrate) e la conseguente azione di modifica e di affinamento normativo, nell’ottica di massimizzare l’applicazione degli incentivi e di semplificarne al massimo le procedure.
L’ANCE ha comunque mantenuto alta l’attenzione anche sui Bonus per l’edilizia applicabili nella misura «ordinaria» (Ecobonus e Sismabonus ordinari, Bonus facciate, Bonus edilizia al 50% e Bonus mobili). Ciò ha portato alla proroga di tutti i bonus sino al 31 dicembre 2021, con possibilità di utilizzare della «cessione del credito» e dello sconto in fattura. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), cosiddetto Recovery Fund, l’Italia ha un’occasione unica per ridisegnare il suo futuro. Mai tante risorse erano state destinate agli investimenti infrastrutturali.
Le imprese sono pronte ad accettare questa sfida che si adegua ai principi di sostenibilità ambientale e industria circolare — tanti i passi avanti che anche le nostre seppur piccole aziende hanno fatto — ma la burocrazia è pronta? Da anni si chiede uno snellimento e una semplificazione delle norme e degli adempimenti. Il caso del viadotto sul Polcevera a Genova dimostra che le aziende ci sono e le capacità per fare grandi opere anche. Il resto è volontà della politica. Sul fronte sindacale devo darvi conto del rinnovo del contratto integrativo territoriale siglato con Feneal/UIL Piemonte, Filca/CISL Piemonte Orientale e Fillea/CGIL Biella.
L’accordo è il risultato della comune volontà di rimuovere ogni possibile ostacolo per far ripartire le attività del settore, sostenere le imprese regolari ed assistere i lavoratori edili e le loro famiglie. Questo accordo premia il lavoro di mesi caratterizzati da incontri e trattative. Nella controparte sindacale abbiamo trovato interlocutori che condividevano la necessità di trovare una serie di misure in grado di bilanciare le comprensibili aspettative dei lavoratori con quelle delle imprese, sempre più in difficoltà, per poter affrontare insieme il futuro del settore
L’applicazione di questi accordi, in particolare uno sgravio sui contributi dovuti alla Cassa Edile da parte delle imprese sane e regolari, si tradurrà in un sostegno ad esse e soprattutto darà un più forte impulso al contrasto delle irregolarità nel settore e al dumping, ovvero la concorrenza sleale da parte di chi opera in zone d’ombra.
Il nuovo Contratto Integrativo Territoriale prevede, come punti salienti un aumento del gettito a favore della Cassa Edile per i costi di gestione, sempre crescenti per poter ottemperare alle numerose normative vigenti; la copertura della carenza malattia di 3 giorni per 2 eventi l’anno, per i lavoratori delle Imprese Edili di Biella direttamente nel cedolino paga del mese in cui è avvenuto l’evento a carico delle imprese; una prestazione a favore dei lavoratori denominata ‘’Assistenza fiscale’’ dove si riconosce un contributo per la dichiarazione dei redditi; la messa a disposizione di un fondo a favore degli operai per elargire ulteriori prestazioni assistenziali. Confermate e rinnovate, aumentandone le percentuali, tutte le precedenti prestazioni che il Sistema Bilaterale già erogava.
A conclusione di questa relazione esponiamo la necessità che questa assemblea approvi il nuovo statuto, adeguandosi a quello che ci chiede Ance nazionale, e insieme la proroga del mio mandato per poter espletare le formalità richieste del nuovo documento statutario.
Nella sostanza il nuovo statuto prevede che il mandato degli organi elettivi, tra cui quello di presidente, duri quattro anni, rinnovabile consecutivamente una sola volta. Cambia poi la distribuzione dei voti che rispecchierà il peso della contribuzione versata dalle imprese associate. Il nuovo statuto prevede poi l’istituzione del Collegio dei Garanti Contabili e dei Probiviri. Questi nuovi organi vanno eletti ogni quattro anni ma l’elezione deve essere sfalsata rispetto a quella del presidente. La funzione del Collegio dei Garanti Contabili, composto da tre componenti effettivi e due supplenti, è quella del controllo sull’amministrazione del fondo comune e sulla gestione economico-finanziaria. I Probiviri devono essere almeno sei e spetta loro la risoluzione di controversie su tematiche associative.
Chiudendo la relazione ringraziamo tutti i partecipanti all’assemblea, ricordando l’importanza di partecipare alla vita associativa. Ringraziamo Stefania per la preziosa collaborazione e la direttrice della Cassa Edile Fabrizia Previdi. Infine, ci congratuliamo con Andrea Bonifacio riconfermato per un nuovo mandato nella giunta nazionale. A lui il compito di rappresentare al meglio le istanze del territorio.
Comunicato Stampa ANCE Biella – a.b.
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