Dopo un interminabile e caotica seduta notturna del Senato, arriva il sì alla fiducia posta dal governo al maxiemendamento sulla legge di Stabilità. Sono stati 171 i sì (quattro in più del previsto), 135 i no. Per ottenere la fiducia ne sarebbero bastati 154. Tra commi cancellati e imprecisioni, tra le parole pronunciate in aula dal rappresentante del governo e ciò che è effettivamente scritto sulla carta, una parte dell’aula (Forza Italia ma non solo, anche Sposetti del Pd) chiede a gran voce di sospendere i lavori e di votare su un documento certo. Il presidente Grasso tenta di mediare e, alla fine, apre la votazione per appello nominale.
“La legge di stabilità approda in Aula con il maxiemendamento sul quale è stata posta la questione di fiducia. Il testo recepisce il lavoro di tre settimane della Commissione Bilancio conclusosi alle tre di questa mattina, purtroppo senza mandato al relatore, in virtù del ritardo conseguente alle vicende politiche degli ultimi giorni e all’ostruzionismo della Lega”, spiega il sottosegretario, Giovanni Legnini, incaricato dalla presidenza del Consiglio di seguire l’iter parlamentare della manovra. Ma vediamo quali sono le modifiche più rilevanti al testo originario. Previsto un “nuovo sistema di garanzie pubbliche per l’accesso al credito delle Pmi, la concentrazione della riduzione delle imposte sul lavoro per i redditi sotto i 32 mila euro, l’aumento del fondo per la non autosufficienza, il ripristino delle risorse per l’autotrasporto, la costituzione di un fondo di contrasto alla povertà finanziato con il prelievo sulle pensioni d’oro, interventi per le calamità naturali finanziati in parte con i fondi tagliati ai partiti, l’eliminazione degli interessi di mora sulle cartelle Equitalia arretrate, la riscrittura delle norme sulla fiscalità locale immobiliare che consentirà di esentare o pagare meno sulla prima casa e aumentare le detrazioni per gli immobili produttivi”. “Queste – conclude il sottosegretario – le principali misure introdotte durante la lettura del Senato a cui si aggiungono diverse altre disposizioni migliorative. Meno tasse e più risorse per la crescita, questa la sintesi raggiunta dopo un faticoso ma positivo lavoro”.
Previsti circa 200 milioni in più da dare ai Comuni per introdurre le detrazioni Ires dell’Imu sui beni strumentali. Si vanno a sommare ai 500 stanziati dall’emendamento dei relatori che introduce lo Iuc (Imposta unica comunale) per le detrazioni prima casa e al miliardo stanziato dal testo base della Stabilità come compensazione ai Comuni delle minori entrate. Le detrazioni Ires, spiega il relatore Giorgio Santini (Pd), saranno del 25% circa sull’Imu pagata sui beni strumentali. Per il periodo d’imposta 2013 la deducibilità dell’Imu per i beni strumentali sarà al 30%. Lo prevede il maxiemendamento al ddl stabilità su cui il governo ha posto la fiducia. Lo sconto scenderà al 20% nei due anni successivi.
Nel maxiemendamento del governo entra la rottamazione delle cartelle esattoriali: imposta e sanzioni si pagheranno al 100%, mentre vengono azzerati gli interessi. Arriva un taglio al finanziamento pubblico dei partiti che andrà a finanziare il fondo sulla calamità naturale. Due anni fa, ha spiegato il sottosegretario Legnini, è stata approvata una norma che decurtava i fondi ai partiti del 50%. Questa misura non era mai stata applicata e i risparmi, pari a 68 milioni per il 2012 e il 2013, saranno destinati al Fondo calamità naturali. Da queste risorse sono esclusi i fondi da destinare al disastro in Sardegna.
Arriva il fondo per il contrasto alla povertà, che andrà a finanziare il reddito minimo garantito. Le risorse arriveranno dalle pensioni d’oro (a partire da 90.000 euro). Per il sostegno di inclusione sociale (Sia) saranno previsti 40 milioni l’anno per i prossimi tre anni. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini esprimendo “grande soddisfazione” per il via libera all’emendamento per il quale il ministro si è “molto battuto”. Il contributo sulle pensioni d’oro partirà dal 6% per la parte eccedente quattordici volte il trattamento minimo Inps, (per gli assegni superiori ai 90.000 l’anno circa) e salirà fino al 18%, per la parte eccedente trenta volte il trattamento minimo Inps (oltre 193.000 euro circa all’anno).
Sugli stadi prevista solo la versione “light” della norma che prevede l’aumento del fondo di garanzia presso l’istituto di credito sportivo per l’ammodernamento degli impianti sportivi già esistenti e non per la costruzione ex novo. Salta quindi anche la possibilità prevista, in prima battuta, di edificare in aree non contigue agli stadi.
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