Il Superbonus decolla. Lo dicono i numeri. Solo negli ultimi due mesi le richieste per l’apertura dei cantieri sono passate dalle 24.503 di fine giugno alle 37.128 riportate nell’ultimo aggiornamento di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Un balzo evidente anche in termini economici se pensiamo che il valore degli interventi è passato da 3,5 miliardi di euro ai 5,68 di fine agosto. Il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione (pari al 68,8%) è invece di 3,91 miliardi. Si tratta di una misura che sta spingendo molto il settore edilizio, ma che ad oggi costa allo Stato oltre 6,2 miliardi di euro.
Superbonus: perché piace così tanto
D’altra parte l’incentivo è ghiotto e la possibilità di eseguire lavori a costo zero fa gola a molti italiani. Non va però dimenticato che, rilancio del settore edile a parte, il successo della misura può essere benefico anche da altri punti di vista. Gli esempi possono essere diversi. Grazie all’efficientamento energetico degli edifici molti tra coloro che hanno beneficiato (o beneficeranno) del bonus consumeranno verosimilmente meno energia per riscaldare/raffreddare gli ambienti; chi vive in una zona a rischio sismico potrà usufruire della detrazione per mettere al sicuro il proprio edificio; infine, last but no least, anche chi ha meno disponibilità economiche potrà contare su un decisivo aiuto dello Stato per eseguire lavori di riqualificazione energetica e/o messa in sicurezza che altrimenti avrebbe dovuto rimandare.
Certo, la misura ha mostrato anche qualche limite, primo fra tutti la complessità delle procedure burocratiche per attivare il bonus e accedere alla maxi detrazione. Un problema a cui il governo ha messo una pezza con il decreto Semplificazioni che ha eliminato l’obbligo della dichiarazione di conformità urbanistica e dato il via libera ai lavori per mezzo dell Cila (e non più della Scia).
Il boom di richieste negli ultimi mesi
Ma torniamo ai numeri. Come fa notare Agostino Santillo, vicepresidente gruppo M5S al Senato, da inizio anno ad oggi c’è stato un incremento del valore dei lavori ammessi a detrazione pari a +3.180%. Stando ai dati di Enea l’investimento medio è di 547.191 euro per i condomini, 98.264 euro per edifici unifamiliari e 87.833 euro per le unità immobiliari indipendenti. Insomma, il SuperBonus è sulla rampa di lancio e in questo senso i numeri degli ultimi due mesi sono abbastanza eclatanti, considerate anche le ferie estive.
Per il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta al boom di richieste hanno certamente contribuito le misure di semplificazione messe in campo dall’esecutivo. “Grazie alle norme del Governo Draghi e alla sinergia con Regioni, Comuni e categorie professionali, la semplificazione è arrivata finalmente a casa degli italiani, sbloccando migliaia di pratiche che erano rimaste impigliate nella rete della cattiva burocrazia” ha chiosato il ministro.
La Regione con il maggior numero di interventi depositati è la Lombardia (che però è anche la Regione più popolosa) seguita da Veneto, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna.
Il Superbonus ha avuto meno fortuna al Sud, ma per la verità si tratta di differenze non proprio eclatanti. In ogni caso la misura funziona. Tant’è che si parla già di una proroga per tutto il 2022 che viene già chiesta fortemente dalle associazioni del campo dell’edilizia e dai consumatori, nonché da esponenti della stessa maggioranza, M5s in testa.
Superbonus: arriva la proroga?
Quelli di Enea sono “numeri perentori”, spiegano i senatori 5 Stelle in commissione Industria, Commercio e Turismo, “che fanno il paio con altri che si sono susseguiti per tutta l’estate: la misura ha messo in moto un meccanismo che sta portando alla nascita di nuove imprese e a un numero non trascurabile di nuovi posti di lavoro. Dati che mettono il governo spalle al muro, perché la proroga a questo punto deve essere priorità assoluta, con la data del 31 dicembre che diventa di fatto un obbiettivo minimo”.
Per il M5s è dunque “fondamentale spingersi ancora oltre quella data, in modo tale da dare un ulteriore segnale di fiducia a tutta la filiera attivata dal Superbonus”. L’esecutivo sembra intenzionato ad andare proprio in questa direzione. Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha di recente sottolineato che il governo “si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023”, tenendo conto proprio dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021.
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