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Firenze, ponteggi introvabili, edilizia in affanno: “Serve una proroga al 2023 per l’ecobonus” – La Repubblica Firenze.it

È corsa agli eco bonus. Su tutti, il 90% di sconto per le facciate che scade il 31 dicembre: per quella data i lavori dovranno essere già fatti, come sottolinea il presidente di Cna metropolitana, Giacomo Cioni. Ma soprattutto il più appetibile: il superbonus del 110% per la trasformazione sostenibile degli edifici che ha aperto tanti cantieri quanti non se ne erano mai visti neanche prima della pandemia, scatenando la pace tra i coinquilini che per anni avevano tenuto fermi i progetti tra chi li voleva fare e chi no. Finite le incertezze in nome della grande occasione, vai con i lavori. Se non fosse che i ponteggi sono sold out, le ditte che li affittano non ne hanno più, sul mercato non se ne trova uno da comprare e per farsene fare uno nuovo ci vogliono anche sei mesi, come denuncia Cioni e si preoccupa il presidente dell’Ance (l’associazione costruttori di Confindustria) fiorentina, Pierluigi Banchetti: “Con questi tempi di scadenza, se il governo non sposta almeno il termine del super eco bonus dalla fine del 2022 almeno a tutto il 2023, purtroppo molti non ce la faranno”. Per non dire del rincaro di tutti i materiali, molti dei quali ormai introvabili come i ponteggi, soprattutto quelli che servono per il cappotto di coibentazione delle facciate e per gli impianti fotovoltaici. Come rivelano concordi Cioni e Banchetti dicendo che una volta scattata la corsa agli ecobonus i lavori non si sono mai più fermati, neanche di agosto.

E infatti, al 31 agosto l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo ecosostenibile) conta in Italia solo per il superbonus del 110%, 37.128 asseverazioni ossia domande depositate, documentate e approvate, per 5.685.136.399 euro di investimenti messi a detrazione e 3.910.461.424 ammessi a lavori conclusi, questi ultimi arrivano al 68%. Un business in cui la Toscana è al quarto posto tra le regioni, con 3.095 asseverazioni, 398.031.473 milioni ammessi, 279.666.177 a lavori conclusi e il 70,3% di realizzazioni. Al Comune di Firenze sono state presentate a luglio 325 Scia (permessi a costruire) in cui la parte del leone la fa il superbonus, un numero esorbitante considera Palazzo Vecchio, un record mai raggiunto prima. Lo stesso lo sportello comunale di consulenza sugli ecobonus che peraltro ha riaperto mercoledì e che dall’inizio dell’anno ha fornito 700 consulenze, che negli ultimi 4 mesi hanno riguardato al 42% il super ecobonus, al 3% il bonus facciata e il resto gli altri ecobonus. “Con un record annuale di pratiche presentate agli uffici dell’edilizia”, dice l’assessore Cecilia Del Re.

Muratori, imbianchini, elettricisti, idraulici, ferramentisti, operatori del trasporto merci risvegliati dal sonno della lunga crisi dell’edilizia in corso già prima del covid descrive Cioni, che di ditte edili e dintorni associate alla Cna ne ha 2.000 su un totale di 8.000 imprese artigiane. Cioni descrive un quadro chiaro-scuro, parla di “grandi prospettive per l’economia e l’occupazione se non finirà tutto nel 2022, viste le difficoltà che incontriamo”. Dice Giuseppe Gennaro, a capo del Consorzio Artim di Sesto (un raggruppamento di 20 imprese edili e impiantistiche tra 10 e 70 dipendenti nato nel 1994): “Stiamo facendo ripartire il mondo perché se rifarte l’edilizia che comprende tante attività si muove di nuovo tutto. Ma i tempi si restringono, vedi il bonus facciate, e i cantieri non sanno come andare avanti tra le forniture di materiali che ci saltano di mese in mese e i prezzi dei cappotti come della cordicella di rame dell’energia elettrica che salgono ogni giorno”. Una bolla e una contro bolla. “Se il governo non dovesse prorogare le scadenze per noi potrebbe determinarsi una situazione a rischio nel passare da un mercato esplosivo per dinamismo a un’interruzione repentina”, avvisa il geometra Andrea Cinquini, amministratore della società empolese di costruzioni, Edilcimarosa Srl. “Le richieste sono tante – prosegue – le scadenze si avvicinano mentre l’approvvigionamento per coibentazione, ponteggi, infissi, pompe di calore é sempre più difficile e costosa”.

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