MILANO – Il risparmio forzato che ha caratterizzato i mesi più duri del lockdown non si sta riversando solo sui consumi, che sono un importante traino alla ripresa che è stata inizialmente avviata dall’industria, ma anche sul mattone. Insieme ai bonus fiscali introdotti dal governo, primo tra tutti il famoso Superbonus 110%, disegnano per il comparto dell’edilizia residenziale un quadro vivace come non si vedeva da tempo.
Secondo il Monitor Fase 3 di Legacoop e Prometeia, l’anno scorso a fronte di un crollo dei consumi del 7,9% nel primo trimestre e del 12,8% nel secondo, si è registrata una grande mole di risparmi immobilizzati (+57,3% nel primo trimestre, +46,1% nel secondo) ed il conseguente smobilizzo di parte di questi risparmi nel trimestre estivo (-21,6% rispetto al trimestre precedente). Lo smobilizzo dei risparmi ha portato al +42% registrato nell’estate 2020 degli investimenti in edilizia residenziale (passati dai 12,6 miliardi del primo trimestre agli oltre 18 del terzo), che a sua volta si è riflesso della crescita dei prezzi delle nuove abitazioni del 6,4% a inizio 2021 rispetto allo stesso periodo del 2015 (e ai massimi dal 2012).
“Una salita costante visibile fino al secondo trimestre del 2021 -e destinata, prevedibilmente, a perdurare fino alla fine del 2023- verosimilmente frutto di soli fattori temporanei, tra i quali giocano un ruolo chiave gli incentivi statali, che non dovrebbero dare luogo ad una crescita di prezzi duratura o a squilibri nel settore immobiliare”, dice il rapporto.
“Dopo lo shock della Pandemia, occorre misurare i danni che questa terribile crisi ha inferto, ma pure i punti di forza su cui far leva per ripartire” -commenta Mauro Lusetti, presidente di Legacoop- L’anno trascorso ha costituito per alcuni segmenti sociali una forzata occasione di risparmio, e che questo risparmio si sta tramutando in investimenti consistenti, favoriti da interventi statali. Mentre si avvia il PNRR, occorre tenere conto di questi elementi, e inserirli in un disegno complessivo di sviluppo del paese, equilibrato e riequilibratore”.
Secondo l’analisi, il rinnovato interesse per gli immobili residenziali riflette lo spostamento di preferenze delle famiglie verso abitazioni più grandi e/o con spazi esterni ed è stato fortemente stimolato dall’insieme degli incentivi statali a investire in asset immobiliari, sia per mezzo di ristrutturazioni (Superbonus 110% per interventi di efficientamento energetico, valido fino alla fine del 2022) sia tramite l’acquisto di immobili (Mutuo Giovani under 36). Un fattore che contribuirà alla ripresa dell’economia e al suo consolidamento dopo la pesante crisi pandemica del 2020. Questo si rifletterà in un incremento di quasi 1 punto percentuale della quota di investimenti residenziali in percentuale del PIL tra il 2019 e il 2024.
Source: repubblica.it
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