Il via libera al pacchetto di misure del Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza per i terremoti del 2009 e del 2016 sblocca 1,78 miliardi di euro, divisi in 2 linee di intervento, e 8 progetti specifici, inclusi bandi per le imprese e fondi per la rigenerazione urbana.
I fondi del PNRR per ZES, aree interne e sisma
A distanza di circa un mese dalla sua istituzione, il 30 settembre la Cabina di Coordinamento integrata per il sisma ha approvato all’unanimità il set di interventi destinati ai crateri 2009 e 2016 e che saranno finanziati grazie a 1,78 miliardi del Fondo complementare al PNRR. Due le linee di intervento previste: la Macro Misura A “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi” destinata a rimettere in piedi borghi e servizi e che si porta a casa la fetta maggiore di fondi. E la Macro Misura B “Rilancio economico e sociale”, che con i suoi 700 milioni di euro punta invece a mettere in campo interventi per imprese e ecosistemi produttivi.
Si tratta – specificano dagli uffici del Commissario al sisma – di risorse “aggiuntive rispetto a quelle trasversali previste dai progetti nazionali del PNRR e complementari rispetto a quelle già stanziate per la ricostruzione pubblica e privata”.
Fondo complementare PNRR sisma: 1,08 miliardi per borghi e servizi
Molto ampia la varietà di progetti che saranno realizzati nell’ambito della prima Linea di intervento (Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi).
Di digitale si occupa ad esempio la prima sottomisura “Innovazione Digitale” che con i suoi 185 milioni di euro mira a diffondere nuove modalità di connessione digitale, grazie anche alla banda larga e alla rete 5G (già in corso di realizzazione con altri fondi), e a supportare dal punto di vista informatico la gestione integrata ambientale degli spazi pubblici della città.
Di energia si occupa invece il secondo intervento dal titolo “Comunità energetiche, recupero, rifunzionalizzazione edifici pubblici e produzione energia/calore da fonti rinnovabili”. Con 235 milioni di euro, infatti, questa seconda sottomisura permette di ammodernare e rendere conformi ai nuovi standard sismico-energetici sia edifici pubblici che edifici di proprietà dello Stato e gestiti dal Demanio. Con i fondi però saranno realizzati anche sistemi centralizzati di produzione e distribuzione intelligente di energia e/o calore da fonti rinnovabili, nonché la creazione di comunità energetiche locali volte alla condivisione di energia elettrica da fonti pulite.
Per la rigenerazione urbana sono invece stanziati 325 milioni di euro, con cui saranno realizzati interventi innovativi di riqualificazione integrata degli spazi aperti e degli edifici pubblici.
Infine, per le “Infrastrutture e la mobilità” il piano stanzia 335 milioni di euro con cui si interverrà sia sul parco mezzi (i bus ad esempio) sia sulle infrastrutture vere e proprie come le strade che collegano i borghi.
I contributi per le imprese nelle zone terremotate
Anche la seconda Linea di intervento “Rilancio economico e sociale” è articolata in quattro sottomisure. La prima (e la più ricca) prevede il “sostegno agli investimenti” in tutti i settori, inclusa l’agricoltura, e mira a supportare sia l’avvio di nuove imprese, sia il rafforzamento di quelle esistenti. Le risorse (380 milioni) verranno distribuite facendo ricorso a misure esistenti o, laddove necessario, varando nuovi interventi.
La seconda sottomisura “Cultura, turismo, sport ed inclusione” si porta invece a casa 180 milioni destinati a tre classi di beneficiari: imprese private, terzo settore ed enti pubblici. Tre gli ambiti di applicazione previsti:
- Interventi per lo sviluppo delle imprese culturali, turistiche, sportive, anche del terzo settore, attraverso forme di sostegno a progetti di investimento e progetti collaborativi di innovazione.
- Contributi destinati a soggetti pubblici per lo sviluppo delle attività culturali, sportive e per l’innovazione dell’offerta turistica.
- Interventi per l’inclusione e innovazione sociale ed il rilancio abitativo, rivolti ad enti locali, imprese sociali, terzo settore e cooperative di comunità.
Per la “valorizzazione ambientale, l’economia circolare, l’ambiente e il ciclo delle macerie”, invece, il Piano stanzia 60 milioni di euro. I fondi saranno usati per la realizzazione di piattaforme di raccolta e trasformazione delle risorse naturali locali e per aumentare l’efficienza del processo di smaltimento e riutilizzo del ciclo delle macerie.
Infine 80 milioni di euro andranno ai Centri di ricerca per l’innovazione. L’obiettivo è infatti la realizzazione di un “Centro di ricerca per le tecniche della ricostruzione” e di ulteriori centri di ricerca regionali per il trasferimento tecnologico e per la specializzazione delle competenze legate alle vocazioni produttive ed economiche locali.
Il cronoprogramma delle misure per il sisma
Anche se le risorse sono in realtà quelle del Fondo Complementare (che non è sottoposto alle stesse deadline del PNRR finanziato dai fondi UE), la scadenza per il programma di interventi è comunque quella del 2026.
Tra le prossime deadline, figurano quelle di dicembre 2021. Entro la fine dell’anno, infatti, la Cabina di coordinamento dovrà individuare gli interventi per entrambe le Linee di intervento e, laddove necessario, le stazioni appaltanti chiamate a intervenire.
Come procede la ricostruzione sisma 2016?
Se il cronoprogramma del PNRR e del Fondo complementare sul sisma verrà rispettato, sarà comunque anche grazie al lavoro fatto negli ultimi anni per fluidificare le procedure che governano la ricostruzione.
La fotografia dello stato dell’arte è emersa il 16 agosto 2021, in occasione del quinto anniversario dal terremoto di Amatrice. In quell’occasione infatti il Commissario ha pubblicato il rapporto sulla ricostruzione da cui è emerso come “la semplificazione e le nuove procedure, in primis l’Ordinanza 100 e l’introduzione dei Programmi Straordinari di Ricostruzione, hanno di fatto sbloccato una situazione di stallo. Nell’ultimo anno infatti sono state presentate un terzo delle richieste di contributo complessive, ed approvate la metà delle domande, con la concessione di 2,7 miliardi di euro, con un’accelerazione che si è accentuata nel 2021”.
Continuando a parlare di numeri, emerge che “le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma 2016 sono cresciute oltre quota 20 mila e riguardano 52 mila unità immobiliari di tipo residenziale e 1.150 immobili produttivi. L’importo richiesto dai cittadini è di 5,4 miliardi di euro. Le richieste approvate, oltre 10 mila, sono cresciute molto velocemente nell’ultimo anno, ed in particolare nei primi sei mesi del 2021, nel corso dei quali sono stati approvate 3.300 richieste di contributo e completati oltre 1.100 cantieri. Dall’avvio della ricostruzione sono stati ultimati 5 mila interventi su edifici, con 12 mila unità residenziali completate, e in corso i lavori in altri 5 mila cantieri, per 13 mila ulteriori abitazioni”.
Anche sul fronte della ricostruzione pubblica le cose sembrano andare meglio. Nei primi sei mesi del 2021, infatti, “gli interventi hanno registrato un sostanziale avanzamento”, con la spesa che in questo periodo è stata di 144 milioni di euro, mentre nell’intero 2020 fu di 62 milioni di euro”.
Consulta il rapporto sulla ricostruzione sisma 2016, aggiornato a giugno 2021
Consulta la scheda sugli interventi PNRR sisma
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