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Da Boccadasse a Ponente, così cambia il catasto a Genova – La Repubblica

La riforma del Catasto annunciata dal governo Draghi è vista positivamente dagli addetti ai lavori, purché porti equilibrio dal punto di vista della classificazione degli immobili, ma non crei diseguaglianze e ingiustizie fiscali. È un difficilissimo prospetto quello che va mantenuto per quanto le polemiche a suon di ” la casa non si tocca” siano esplose dopo 5 minuti. C’è bisogno però di studiare e di approfondire, oltre che affidarsi agli esperti.

Tra questi c’è il geometra Luciano Piccinini, per vent’ anni con un ruolo all’interno del Collegio dei Geometri di Genova. «Già nel 2012 – ricorda Piccinini – sono stato nella commissione Catasto, quando si parlava della riforma. Alla fine, non si è fatto più nulla. Sono quarant’ anni che si parla della riforma del Catasto: io sono sostanzialmente d’accordo, purché alla fine questa riforma la si veda per davvero e non rimanga solamente un annuncio».

Secondo Piccinini, «le disuguaglianze sono parecchie, così come sono parecchie le situazioni da sanare. Molte classificazioni risalgono agli anni Quaranta, quando era stato fatto un lavoro sì eccezionale, ma statico. L’unico fronte dove va leggermente meglio sono gli immobili produttivi di grandi superfici, per i quali l’aggiornamento è del 1988, comunque molto indietro. Tutto dev’ essere portato alla realtà, ma in una maniera dinamica e legata ai cambiamenti del mercato».

Piccinini spiega che «gli stessi valori indicati dalla banca dati immobiliare dell’Agenzia delle Entrate non sono gli unici da prendere come riferimento. E, nel calcolo del valore catastale, bisogna arrivare a fare a meno di coefficienti e moltiplicatori che rendono troppo cervellotica la classificazione. Per fare un buon lavoro occorre svolgere un’indagine a tappeto fabbricato per fabbricato. Non vanno prese a modello le cosiddette ‘ microzone’, perché anche al loro interno ci sono troppe variabili. E, aspetto altrettanto essenziale, la riforma del Catasto deve andare di pari passo con una riforma fiscale, altrimenti sarà stata del tutto inutile e avrà creato eccessivi squilibri».

È questa la principale preoccupazione anche da parte di Maurizio Michelini, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Genova: «Dal punto di vista strettamente tecnico, avere un catasto aderente con la realtà è buona cosa, ma occorre porre massima attenzione per evitare ingiustizie fiscali».

Prudenza anche da parte di Pier Luigi Bairo, presidente provinciale di Fimaa Genova, ovvero la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari: « Indubbiamente una riforma va fatta e se ne parla almeno da quarant’ anni, ma adesso finché non vedo, non credo. Riparametrare è una strada sacrosanta e giusta, un riequilibrio è doveroso, per sanare ingiustizie che oggi esistono e sono evidenti. Genova è una delle città italiane con il maggior numero di unità immobiliari classificate in A1. Molte di queste sono a Sampierdarena, dove nel frattempo il valore delle case è sceso molto. Al contrario, in un borgo come Boccadasse ci sono moltissime unità in A4».

Bairo appoggia la riforma del catasto anche perché «si prende atto di immobili ‘ fantasma’, che vanno invece accatastati e sui quali vanno pagate le tasse, sperando che questo serva ad aumentare la platea dei contribuenti» . Una riflessione anche da Stefano Salvetti, presidente ligure del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl, e dell’Adiconsum: «Affrontare il sistema catastale e relative rendite è come entrare in una cristalleria: va fatto ma con perizia. Che sia non più rispondente a un mercato immobiliare più mutevole, disomogeneo, è pacifico. Fare un’adeguata rilevazione va bene, ma dopo è necessaria una fiscalità più aderente alle mutazioni del mercato, che s’ intrecci con una fiscalità più complessa».

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