Edilizia Il presidente del collegio Costruttori e la tenuta degli immobili produttivi
Capannoni, antisismici solo dal 2008
Il fenomeno La diffusione boom, incentivata dalla legge, delle strutture in molti paesi risale però ai primi anni duemila
Saranno diecimila, forse più, i prefabbricati disseminati in provincia. La cifra esatta Giuliano Campana, presidente del Collegio Costruttori, non la sa. E non ha un prospetto di quali siano i danni provocati dal terremoto di questi giorni a Brescia e ai suoi giganti di cemento. Una cosa è sicura: «A Brescia le precauzioni antisismiche vengono scrupolosamente rispettate dal 2008 – spiega al telefono -. I nostri ingegneri sono preparati. Non c’è un solo capannone che, da quell’anno, non sia stato costruito in ottemperanza a quelle norme».
Ma cosa accadrebbe se nel Bresciano si verificasse un sisma della stessa intensità di quello dell’Emilia, ovvero 5,8 gradi della scala Richter? «Beh, è chiaro. I fabbricati più vecchi, soprattutto quelli eretti prima degli anni Ottanta, andrebbero in crisi. Provi solo a ricordare il sisma avvenuto sul Garda pochi anni fa. Ecco, le conseguenze sarebbero ancor più catastrofiche». Insomma, le più precarie, quelle che rischiano grosso, sono le strutture vecchie e obsolete. «E tutte quelle costruite senza ottemperare alla normativa antisismica». Appunto. Facendo due conti, il decreto legge che impone coordinate di protezione sismica degli edifici (tecniche di controllo attivo, passivo, isolamento sismico o dissipazione dell’energia) è del 2005, ma diventa norma improrogabile nel 2008: i capannoni che uscirebbero senza ferite dalla scossa sarebbero davvero pochi. Già, perché la maggior parte dei prefabbricati è sorta prima, tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila, sulla spinta degli incentivi tremontiani che hanno portato la delocalizzazione delle piccole e medie imprese dalle valli alla Bassa.
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