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Alle Iene il caso delle Ammiraglie di Savona, tra video rubati e sospetti: “Possibile truffa”. La replica: “Video costruito ad arte” – IVG.it

Savona. E’ andato in onda ieri sera (visibile qui) il servizio delle Iene girato a Savona lo scorso 7 ottobre. Della vicenda vi abbiamo parlato quel giorno: l’inchiesta, incentrata sui lavori di ristrutturazione della facciata di un condominio delle Ammiraglie, è basata sul sospetto di alcuni condomini di una possibile truffa ai danni dello Stato per un importo dei lavori, a loro dire, “gonfiato”. Quasi un milione di euro quando, sostengono, ne basterebbero meno della metà: tanto il rincaro lo paga lo Stato grazie al bonus facciate.

IL PREAMBOLO

“Stiamo andando in Liguria – spiega Luigi Pelazza all’inizio del servizio, lungo quasi 15 minuti – Una segnalazione ci ha informati di una possibile truffa ai danni dello Stato legata al bonus facciate 90%“. E’ l’incentivo grazie al quale è possibile detrarre dalle tasse in 10 anni quasi tutto l’ammontare dei lavori di ristrutturazione. “Una manovra che da una parte ha fatto impennare l’economia edile, ma dall’altra ha creato una forte speculazione – spiega l’inviato delle Iene – dovuta all’aumento della richiesta di materiali per eseguire i lavori. E poi ci sono i soliti furbetti, che ne approfittano quando lo Stato non controlla… infatti, pur essendo il bonus denaro pubblico, la legge non prevede a monte delle verifiche su come vengano usati questi soldi. E qualcosa del genere potrebbe essere accaduto a Savona in corso Ricci 12″.

La lente della trasmissione tv si focalizza sulle Ammiraglie, soprattutto la torre Galileo: “Qui la Edil S.O.L.E., per rappezzare alcune centinaia di metri quadrati di cemento guastatesi nel tempo, ha richiesto un milione di euro circa”. E le immagini mostrano il verbale dell’assemblea di maggio (“accettato da tutti i condomini” sottolinea la voce di Pelazza) con evidenziato l’importo totale: 885 mila euro più iva.

La Iena fa un giro sui ponteggi, spiegando nel dettaglio quali sono i lavori da fare (“parte degli elementi verticali in cemento armato, i davanzali e alcuni pilastri”) e mostrando alla telecamera alcuni rattoppi in cemento già eseguiti. “Stiamo parlando di lavori che non sembrerebbero chiedere interventi molto invasivi – fa notare – Sono tutte operazioni che sembrano semplici e veloci”. E attacca: “C’è un fatto strano. Di solito per fare un preventivo del genere si va sul posto e si prendono delle misure: qui no, è stato presentato un preventivo ‘a corpo’. Un forfait. Probabilmente l’impresa è venuta qui, si è fatta un giro del palazzo e via, un milione. Ma siccome sono soldi pubblici vogliamo vederci chiaro“.

Inizia così il giro di interviste e di verifiche. Pelazza commissiona un preventivo a due ingegneri edili di Torino dando loro come riferimento la torre Marconi (identica alla Galileo ma ancora da ristrutturare), poi va a caccia dei protagonisti della vicenda.

L’ARCHITETTO

Il primo è l’architetto che ha redatto il capitolato: al telefono inizialmente sospetta uno scherzo, poi si limita ad ammettere di aver “mostrato le sue perplessità sui costi fatti in questo momento” davanti ai preventivi, “su questo come su tanti altri casi“. Lui, però, non vuole parlare davanti alle telecamere (“mi mette in difficoltà questo discorso”), e così si accorda con l’inviato delle Iene per vederlo all’NH Hotel.

La trasmissione però riprende di nascosto l’incontro, con una telecamera distante e un microfono inserito nella giacca di Pelazza. Il tema è la scelta di accettare un preventivo formulato “a corpo”, quindi senza la possibilità di dettagliare le varie voci che vanno a comporre la cifra finale: “Se l’impresa vi avesse chiesto due milioni glieli avreste dati?” chiede la Iena. “Si arriva a un limite a un certo punto” replica l’architetto. “Ma lei lo sa che era caro, lo vede subito…”. “Sì”. “Avrebbe dovuto dirlo” incalza Pelazza. “Sì, è vero, ma nel momento in cui lo dico cosa cambia?”. E qui la Iena affonda, suggerendo al telespettatore che il professionista possa aver tenuto per sé i dubbi perché la sua parcella è a percentuale (il 9% circa “compreso sicurezza e tutto quanto”). “Stiamo parlando di 100.000 euro – riportano i sottotitoli della trasmissione, necessari perché il microfono è nascosto e la voce di Pelazza ovattata – Allora è ovvio che lei magari non ha proprio tutta questa volontà di controllare, perché più si alzano i costi più lei guadagna”.

I CONDOMINI

“A Savona si è sparsa la voce della nostra presenza, e due condomini ci vogliono parlare” spiega l’inviato. “Sin da subito, ci dicono, si sarebbero accorti del prezzo esagerato”. E le immagini staccano sul colloquio tra Pelazza e tre condomini (i due iniziali più un terzo che si è aggiunto): “Abbiamo già fatto i calcoli, siamo arrivati a circa 200 mila euro” spiegano, dicendo di aver preso a riferimento il prezzario della Camera di Commercio, documento che elenca per ogni voce i prezzi massimi che le imprese possono praticare. “Ovviamente ai 200 mila euro vanno aggiunti iva, costo progettazione e oneri bancari, per un totale di circa 330 mila – precisa Pelazza – una cifra comunque ben lontana da un milione”. E il secondo condomino concorda: “Il fatto che paghi lo Stato non è un buon motivo per spendere un milione per un lavoro che ne vale 200 mila”.

L’IMPRESA EDILE

Pelazza va allora da Massimo De Rossi, titolare della Edil S.O.L.E. che ha ottenuto l’appalto. “Sembra che tu sia fuori rispetto ai valori di mercato…” gli dice. “A me sembra una cosa assurda” prova a replicare l’impresario. Pelazza chiede allora come è stato determinato il prezzo: “Sul piano dell’esperienza del mercato…”. La Iena attacca: “Ma cosa sta dicendo? Si parla di metri e numeri”. E chiede il computo metrico: “L’ho fatto fare da un mio tecnico – risponde De Rossi – se mi dai il tempo matematico lo recupero e ve lo lascio”. Pelazza se ne va e annuncia trionfale: “Oh, finalmente riusciamo a vedere questi benedetti conti e capire perché i lavori della torre sembrano così onerosi. Solo che il tempo passa e non ci arriva niente…”. “Non ho avuto tempo – risponde De Rossi al telefono – nel pomeriggio mando tutto”.

“Ma non ci ha richiamato – conclude Pelazza – e questo fa dubitare che i prezzi applicati siano giustificati”. Anche perché nel frattempo arriva il calcolo dei due ingegneri incaricati dalla trasmissione: 130 mila euro per il ponteggio, 80 mila per la manodopera di 4 persone per 4 mesi, 36 mila di materiale, altri 36 mila per la tinteggiatura e 30 mila per progettazione e sicurezza. Totale 340 mila euro IVA inclusa. “Vorrebbe dire che anche le altre due torri, pur costate quasi la metà, sarebbero comunque fuori prezzo”.

Io credo di aver risposto esaurientemente, ma hanno tagliato tutta l’intervista – replica De Rossi a IVG – Il computo lo ha fatto un tecnico esterno, a cui ho chiesto l’autorizzazione ma mi ha chiesto di lasciarlo fuori. E così ho fatto. Il problema è che nel servizio non c’è nulla di ciò che ho detto e spiegato… non so come rispondere a livello mediatico a un servizio del genere, fatto per fare audience ma scorretto. Non hanno mai considerato la controparte, non gli importava nulla delle mie spiegazioni fatte con numeri alla mano. Forse avrebbero sgonfiato lo scoop e hanno preferito tenere solo le parti di cui avevano bisogno“.

L’IMPRESA DELLA SECONDA TORRE

Pelazza prende allora appuntamento con il titolare della Sofia Costruzioni, che si è aggiudicata i lavori della torre Marconi. Lo incontra in piazza Mameli “e quando arriva – preannuncia la Iena – ci fa capire subito com’è l’andazzo del bonus 90%”. L’impresario compare sempre di spalle, inconsapevole di essere ripreso e registrato: “Con questa cosa dei bonus è scoppiata l’edilizia in una maniera spaventosa”. “Sai che c’è qualcuno che ci mangia con questi bonus…”. “Eh, lo so”. E spiega: “Quello che dico sinceramente parlandone a tutti è ‘sì che c’è tanto lavoro, ma non bisogna esagerare’. Perché se no son problemi dopo“. L’imprenditore potrebbe riferirsi al rincaro generalizzato a cui si riferiva l’architetto, quindi al fatto che le imprese, di fronte a una domanda in forte crescita, alzino i prezzi. La chiave di lettura di Pelazza è invece più tranciante: “Queste parole fanno chiaramente capire che molti di loro ne approfittano”.

E quindi arriva la domanda: il milione di euro chiesto dai concorrenti della Edil S.O.L.E. è fuori mercato, “hanno esagerato?”. “Un po’ sì”. Perché? “Appalti qua in giro mi dicono ‘butta 400 euro al mq’, roba che prima facevo a 60/70 euro al mq. Io infatti non ho partecipato”. “Ecco la conseguenza dell’aiuto che ci ha dato lo stato: gente che se ne approfitta” è la conclusione di Pelazza. Mentre l’imprenditore continua a raccontare: “Mi hanno detto di un palazzo a Celle Ligure a cui stanno facendo 1500 metri di facciata a oltre 1,2 milioni. Ci sono palazzi che veramente stanno facendo delle truffe“. Ma non vuole dire quali.

E così la Iena lo incalza, chiedendo di vedere i calcoli che lo hanno portato a chiedere 500 mila euro per ristrutturare la facciata della torre Marconi: “Non ho il tempo di respirare”. “In pausa pranzo?”. “Non mangio neanche”. “La sera?”. “Quando torno a casa ho ancora da fare col computer”. “Se hai sbagliato?”. “Io non ho sbagliato, i miei prezzi sono corretti”. “Permetti che li possiamo vedere con un ingegnere?”. “Ma tu adesso cosa fai, vai a indagare tutta l’Italia?”. “Tu sei tranquillo?”. “Sì”. “Allora li vediamo sti prezzi?”. “Non ce la faccio, ho anche due bambini”. “Ce li puoi inviare?”. “Sì, lasciami il contatto”.

L’imprenditore, contattato da IVG, preferisce non commentare, limitandosi a far sapere di aver dato mandato allo studio legale Chiarenza di querelare gli autori del servizio.

IL CONDOMINO ARCHITETTO

Pelazza ne ha anche per la Guardia di Finanza: “Bisogna dire che i furbetti esistono solo quando non ci sono i controlli” spiega, mentre le immagini mostrano immagini d’archivio di auto delle Fiamme Gialle (era già successo a inizio servizio, e succederà una terza volta in chiusura). E intervista l’architetto Fabrizio Bilanci, condomino dell’unica torre in cui i lavori sono costati meno. Anche a loro l’amministratrice dei palazzi, Ileana Romagnoli, ha presentato i preventivi: “Erano due, con l’iva sarebbero arrivati a sfiorare il milione – racconta – Quando abbiamo visto un importo di questo genere io da tecnico ho detto che eravamo oltre misura“. A quel punto Bilanci ha fatto i suoi calcoli e con quelli ha chiesto degli altri preventivi: “Il prezzo ivato sono 579 mila euro“.

L’AMMINISTRATRICE

Ultima tappa di Pelazza è lo studio di Ileana Romagnoli, in via Luigi Corsi. L’obiettivo, spiega agli spettatori, è “capire come mai non si è accorta di nulla, visto che prende pure una percentuale del 2% circa sull’intero importo”. In video compare l’incontro, con un Pelazza decisamente incalzante: “Non si fa la domanda su come si è arrivati a quella cifra? Come si fa a fidarsi di un’azienda così? Sono soldi pubblici”. “Lei vuole fare lo scoop – ribatte Romagnoli – perché è semplice andare e non vedere la complessità di questo…”. La Iena la interrompe: “Come mai gli altri palazzi sono costati la metà?”. “Non è così”.

L’audio fuori campo accusa: “Strano che l’amministratore non abbia queste informazioni. Ed è difficile credere che non abbia quei conti…”. “Li ha l’impresa” spiega lei. “E lei non ne ha una copia”. “Ma perché glieli dovrei far vedere?” si oppone Romagnoli. “Sento i condomini e mi diranno come mi devo muovere”. Pelazza se ne va promettendo: “Noi siamo a completa disposizione”. “Anche noi” ribatte Romagnoli. “No, lei no” punge la Iena.

L’amministratrice, contattata da IVG, preferisce per ora non commentare, spiegando di non aver ancora visionato il servizio.

LA CONCLUSIONE

La trasmissione conclude il servizio senza fare mistero dei propri sospetti: “Se l’Agenzia delle Entrate dovesse riscontrare, come sembra, delle anomalie, potrebbe recedere il bonus e applicare una sanzione fino al 200% del valore deliberato. Un sacco di soldi che sarebbero costretti a restituire i condomini. Oggi in Italia di cantieri aperti che beneficiano del bonus 90% ce ne sono migliaia: qualcuno deve controllare (e le immagini tornano sulle auto della Finanza), per evitare tra qualche mese un buco miliardario nelle casse dello Stato”.

“E beccare i furbetti – conclude – non è difficile: basta fare quello che abbiamo fatto noi“. Nel parlare di furbetti l’inquadratura torna su Romagnoli e De Rossi: che ora, insieme agli altri professionisti coinvolti, stanno valutando se e come rispondere al servizio.

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