Da Confartigianato Edilizia Sardegna la richiesta della loro proroga e un decalogo per confermarli. Lai e Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna): “Devono essere riconfermati tutti e ampliati al 75%: sostengono la crescita degli investimenti in abitazioni”. Le detrazioni valgono 390milioni di euro l’anno. Nel Sistema Casa della Sardegna lavorano 22mila imprese e oltre 40mila addetti.
I bonus casa, in scadenza al 31 dicembre prossimo, sono riapparsi nell’agenda del Governo nella bozza di Manovra di Bilancio 2022. Messi in ombra dal superecobonus 110%, i vari bonus casa al 50%, ecobonus per singole unità immobiliari al 65%, bonus mobili e bonus verde, da una prima lettura del Documento, parrebbero essere confermati per altri 3 anni. Non così il bonus facciate, che verrebbe cancellato.
Secondo gli ultimi dati disponibili sulle detrazioni, nel 2018 in Sardegna, per ristrutturazioni ed ecobonus sono stati attivati investimenti per 390 milioni di euro.
Gli effetti degli interventi sulle detrazioni edilizie, anche nell’Isola ricadono su una ampia platea di imprese della filiera, che comprende edilizia, installazione di impianti e altri lavori specializzati nelle costruzioni, produzione di manufatti per l’edilizia e i servizi immobiliari e degli studi professionali di ingegneria e architettura; il Sistema Casa della Sardegna, infatti, offre lavoro a oltre 22mila imprese, di cui 13mila artigiane, e più di 40mila addetti.
“Per noi vanno tutti riconfermati anzi, se è possibile, ampliati nella loro detrazione, magari parificandoli tutti al 75% – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – da oltre 20 anni questi incentivi, man mano rimodulati e innovati, hanno consentito la tenuta delle attività del settore delle costruzioni e dell’indotto, soprattutto negli anni più bui della crisi”. “Per questo – continua la Presidente – abbiamo il timore che la ripresa in corso possa venire rallentata dal ridimensionamento di questi interventi fiscali espansivi che, in modo tangibile, stanno sostenendo la crescita degli investimenti in abitazioni”.
“Vanno, al contrario, nella direzione giusta – sottolinea Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – le risoluzioni parlamentari sulla Nota di Aggiornamento al DEF 2021 (Nadef) approvate la scorsa settimana, nelle quali si indica la necessità di una proroga dei vari bonus edilizi”. “Tutto questo però richiede una strategia temporale più ampia, che vada oltre ai continui rinnovi annuali dei bonus e che sia coerente con la tempistica reale degli interventi edilizi – conclude Meloni – dalla progettazione alla chiusura del cantiere passano spesso parecchi mesi”.
Per questo, Confartigianato Edilizia ha stilato un decalogo dove riporta i 10 validi motivi per confermare nella prossima legge di bilancio il pacchetto di bonus edilizi.
1.Ripresa trainata dalle costruzioni, necessarie per sostenibilità debito pubblico
La ripresa in corso, condizione per il miglioramento dei conti pubblici e la sostenibilità del debito pubblico, è trainata dal dinamismo degli investimenti in costruzioni. Un rallentamento del tasso di crescita dell’economia metterebbe a rischio la riduzione del rapporto debito/PIL.
2. Non solo superbonus: ripresa in corso sostenuta da tutti i bonus edilizia
La ripresa nelle costruzioni è sostenuta, oltre che dal superbonus del 110% – che al 30 settembre registra oltre 46 mila interventi per 5,1 miliardi di euro per lavori già eseguiti – dal crescente utilizzo degli altri incentivi fiscali per l’edilizia: nei primi sette mesi del 2021 le entrate tributarie delle ritenute a titolo di acconto sui bonifici per beneficiare di oneri deducibili o detrazioni – prevalentemente generate da incentivi per ristrutturazioni ed ecobonus – salgono del 23,9% rispetto alla media del triennio pre-Covid-19 (2017-2019).
3.Le detrazioni per le ristrutturazioni sostengono l’87% degli investimenti incentivati
Il bonus casa è di grande importanza per l’attivazione della domanda: secondo l’ultimo rapporto della Camera dei deputati sugli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, le detrazioni per il recupero edilizio determinano l’87,2% degli investimenti incentivati e mediamente attivano 22,3 miliardi di investimenti all’anno, il 45% in più dei 15,36 miliardi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per gli interventi per l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
4.Espansione fiscale della manovra 2022 garantititi solo da proroga bonus edilizi
La manovra 2022-2024 dovrebbe accelerare la dinamica degli investimenti in costruzioni, il cui tasso di crescita annuo nel periodo passa dal +4,6% all’anno a politiche invariate, al +5,1% comprendendo gli effetti della prossima legge di bilancio, come documentato nell’ultima Nota di aggiornamento al DEF. Per sostenere questo alto profilo della crescita appare necessaria – come ha già indicato dal Parlamento – la proroga dei bonus edilizi per le abitazioni.
5. Ampio consenso in Parlamento per la proroga
Come anticipato in apertura di questo articolo, le risoluzioni sulla Nota di aggiornamento al DEF approvate da Camera e Senato hanno indicato la proroga dei vari bonus edilizi (qui il resoconto della seduta del Senato dello scorso 6 ottobre con votazione della risoluzione).
6.Parco edilizio è vetusto, con scarsa performance energetica
Gli interventi sul parco edilizio, sostenuti dagli incentivi fiscali, sono essenziali per la transizione ecologica. Oltre il 65% della superfice delle abitazioni esistenti ha più di 45 anni, ovvero è precedente al 1976, anno della prima legge sul risparmio energetico. Le detrazioni, in articolare quelle previste dal bonus facciate, migliorano della qualità dell’ambiente delle città e riducono le situazioni di degrado.
7.La riqualificazione degli edifici è essenziale per la transizione green
Il settore civile pesa per il 38% della riduzione totale di emissioni previste da Piano nel prossimo decennio. Nello scenario delineato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il contributo più significativo alla riduzione delle emissioni è rappresentato dai settori dei trasporti (al 2030 in riduzione per 21 MtCO2eq rispetto allo scenario base del 2020) e dal civile, residenziale e terziario; in quest’ultimo settore la riduzione delle emissioni di 20 MtCO2eq, pari al 27,8% in meno, riflette “l’accelerazione attesa nel ritmo di efficientamento degli edifici esistenti, rafforzata da una maggiore diffusione di interventi di riqualificazione profonda“.
8. Creazione di occupazione
Secondo il rapporto della Camera dei deputati sugli incentivi orientati al recupero e la riqualificazione energetica degli edifici, infatti, “gli investimenti attivati attraverso le detrazioni fiscali assorbono, considerando anche l’indotto delle costruzioni, 382 mila occupati in media annua”. Gli effetti anticiclici degli interventi fiscali sono necessari per rilanciare la filiera dell’edilizia che nell’arco del decennio pre-Covid-19 ha perso 935 mila occupati.
9.Sostegno ad un comparto con imprese ad alta crescita della produttività
La crescita economica indotta dagli incentivi fiscali si associa ad un marcato aumento della produttività: nell’arco dell’ultimo quinquennio (2015-2020) il valore aggiunto per ora lavorata nelle costruzioni sale del 6,1% a fronte di un +1,3% della media dell’Ue a 27.
10.Gli incentivi interessano una filiera con oltre 2 milioni di addetti, più di 8 su 10 nelle MPI
Gli effetti degli interventi sulle detrazioni edilizie ricadono su una ampia platea di imprese della filiera – che comprende edilizia, installazione di impianti e altri lavori specializzati nelle costruzioni, produzione di manufatti per l’edilizia e i servizi immobiliari e degli studi professionali di ingegneria e architettura – che danno lavoro a oltre 2 milioni di addetti, con un’alta presenza di micro e piccole imprese: più di 8 occupati della filiera su 10 sono impiegati in MPI.
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