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Auto, l’ipotesi del governo: ecobonus strutturale per un triennio. Sul piatto tre miliardi – la Repubblica

TORINO – Un ecobonus strutturale per sostenere la sostituzione delle auto con motore tradizionale con quelle a propulsione elettrica. Il ministero allo Sviluppo Economico potrebbe mettere sul piatto almeno 1 miliardo di euro all’anno per tre anni per rendere la misura strutturale ed evitare che il mercato vada avanti a singhiozzo attendendo che il governo, ciclicamente, rifinanzi le misure di sostegno alla vendita. L’ipotesi è stata lanciata dal viceministro all’Economia, Gilberto Pichetto Fratin, che oggi alle 17 riunirà il primo tavolo dedicato al “mercato” dell’auto. “Il Mise sta valutando se sia possibile che l’ecobonus diventi una misura strutturale, senza quindi la necessità di un rifinanziamento annuo”, dice Pichetto. Il vice ipotizza “una misura di almeno tre anni”, dal 2022 al 2024, per un totale di 3 miliardi per accompagnare il passaggio dall’endotermico all’elettrico. ”Questo primo incontro ha la finalità di ricevere e condividere i contributi di tutti gli stakeholders in merito all’andamento del mercato automotive negli ultimi anni e alle eventuali proposte per i sistemi di incentivazione”, sottolinea Pichetto. E aggiunge: “I fondi potrebbero arrivare anche da un riordino dei sostegni, quelli verso le motorizzazioni tradizionali andranno ad esaurirsi, quelli dedicati all’elettrico dovranno crescere. Due curve che avranno un andamento differente nei prossimi anni”.

L’idea che gli incentivi all’acquisto diventino strutturali va incontro a una delle richieste delle associazioni di impresa, dall’Anfia all’Unrae, passando per Federauto, la sigla che raggruppa le concessionarie. Questo darebbe maggiore respiro al mercato che deve già fare i conti con la crisi dei microchip e con un rapido esaurirsi dei fondi dei bonus che non vengono rimpolpati in fretta. Da parte delle associazioni, però, è sempre stata avanzata in questa fase la richiesta di non chiudere del tutto i rubinetti nei confronti delle auto tradizionali e di rifinanziare i contributi per l’acquisto anche delle vetture a motore endotermico con “basse” emissioni di Co2. Posizione che potrebbe essere avanzata anche al tavolo convocato nel pomeriggio. “E’ indubbiamente una buona notizia – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – perché il settore dell’auto si batte da tempo perché gli incentivi diventino strutturali superando un sistema stop and go che abbiamo avuto negli ultimi anni e che, in particolare per quello che riguarda la transizione ecologica, ha dimostrato molte carenze”.

Pichetto già nell’incontro dell’11 ottobre tra Stellantis e sindacati aveva sottolineato “la necessità di valutare strumenti di intervento diversi da quelli ordinari. Strumenti di accompagnamento rispetto al cambiamento che si sta affrontando”. L’ecobonus strutturale è uno di questi. Il vice di Giancarlo Giorgetti aveva già messo sul tavolo l’idea di costituire un fondo per la riconversione dell’industria automotive, più sul fronte produttivo che su quello dello stimolo del mercato. Dovrebbe avere una disponibilità iniziale di 300-400 milioni di euro e potrebbe durare dieci anni. ”È uno dei temi sul tavolo nazionale per accompagnare dieci anni di trasformazione. Siamo di fronte alla fine di un prodotto che riguarda una massa di imprese. Non possiamo usare la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, bisogna accompagnare i lavoratori a professionalizzarsi e a fare la trasmigrazione, aiutare le imprese che vogliono cambiare mestiere a farlo”, aveva sottolineato Pichetto. Al tavolo Stellantis c’era anche il ministro al Lavoro, Andrea Orlando, che ad azienda e sindacati avrebbe detto che sarebbe necessario “un confronto anche alle questioni specifiche che coinvolgono il ministero del Lavoro, ragionando sulla costruzione di nuove causali che coinvolgono i cambiamenti dovuti alla transizione e legarla anche alla formazione. Sarebbe utile in termini di fabbisogno formativo, mettendo in campo nuove politiche formative. L’idea è di studiare una cassa 2.0”.

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