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Basta proroghe, servono misure chiare e certe. Rete Irene è intervenuta sul dibattito relativo al Documento Programmatico di Bilancio approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri e inviato a Bruxelles, e alle indiscrezioni che hanno accompagnato la messa a punto dello schema di Legge di Bilancio per il 2022 in relazione al Superbonus 110%.
Le notizie delle ultime ore delineano per il Superbonus un orizzonte pluriennale indefinito, con un profilo di intensità calante: 110% nel 2022 e 2023, 70% nel 2024 e assestamento al 65% dal 2025.
Si accenna anche al Bonus Facciate che potrebbe essere conservato per un altro anno ancorché ridotto al 70%, per poi essere assorbito al livello standard del Bonus Casa 50% a partire dal 2023.
Nulla è stato precisato, invece, in merito ai casi particolari dell’Ecobonus Condomini né al Sismabonus. A voler dar credito a queste indiscrezioni, l’orientamento che pare di leggere è dunque quello della stabilizzazione, con atterraggio sul livello standard di incentivazione sperimentato prima della pandemia.
L’esperienza del Superbonus è positiva sotto diversi profili, avendo contribuito a coinvolgere il settore finanziario in un ambito da sempre ignorato e a sensibilizzare l’utenza rispetto alla qualificazione tecnica degli interventi di manutenzione. Sul piano dell’organizzazione delle imprese, ha incoraggiato l’impegno di decine di migliaia di operatori nell’aggiornamento professionale e nel miglioramento della capacità produttiva.
Per combattere l’annoso problema delle irregolarità edilizie, i tempi potrebbero essere maturi per una sanatoria ecologica condizionata, ottenuta con la contestuale realizzazione di progetti di efficientamento statico ed energetico che includano obiettivi documentati e vincolanti di riduzione delle emissioni di CO2 particolarmente significativi.
Proroga cessione e sconto in fattura
Grande importanza viene attribuita alla facoltà di utilizzare gli incentivi con le modalità alternative alla detrazione diretta, quali cessione e sconto in fattura. Oltre a moltiplicare la capacità propulsiva del meccanismo, la facoltà di cessione rappresenta un importante fattore di equità sociale. La sua assenza ripristinerebbe un effetto regressivo, avvantaggiando la popolazione più abbiente, con un conseguente ritorno ai modesti investimenti in efficienza energetica e sicurezza sismica già sperimentati in passato.
Le parole di Virginio Trivella, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Rete Irene
«Il tatticismo delle proroghe annuali, ultimamente anche semestrali, in funzione della disponibilità di risorse sempre scarse e sostenute forse più da esigenze di raccolta del consenso che da una chiara visione dell’interesse pubblico, non funziona più – afferma Virginio Trivella, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Rete Irene – Anzi, in presenza di un moltiplicatore della domanda efficace come quello mostrato dal Superbonus ha evidenziato platealmente i suoi difetti, scatenando la corsa all’accaparramento delle risorse, il rialzo dei prezzi e il precipitoso afflusso di operatori a dir poco improvvisati.
Naturalmente si può discutere sul profilo delle curve di decrescita degli incentivi. A nostro parere andrebbe assicurata una progressione un po’ meno ripida e annunciata con largo anticipo, proprio per regolare in modo più accorto la temperatura della domanda, assicura re continuità all’offerta e realizzare un robusto consolidamento degli investimenti in capacità produttiva e risorse umane specializzate. Inoltre, sarebbe gradito avere un sistema transitorio automatico che consentisse di gestire in modo sereno e senza incertezze contrattuali gli interventi realizzati a cavallo di periodi caratterizzati da intensità di incentivazione diverse.
Ha ragione il Ministro Franco, secondo cui il Superbonus può avere “effetti stratosferici” sui conti pubblici, oppure le analisi del CRESME, della Luiss e del Centro Studi CNI, che raccontano tutta un’altra storia? Una storia di attività stimolate dagli incentivi che generano materia imponibile e imposte dirette e indirette su tutto il valore aggiunto; di ulteriori attività indotte dalle risorse reimmesse nel sistema economico e nel circuito fiscale da tutti gli attori della catena del valore; di risorse pubbliche risparmia te grazie agli effetti degli incentivi sull’occupazione, sulla salubrità degli ambienti riqualificati, sulla riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti. I risultati di un’analisi costi benefici, che oggi è del tutto assente dal dibattito politico, getterebbero una luce diversa sulla sostenibilità degli incentivi e sul loro livello ottimale in funzione dei risultati ecologici attesi.
Per consolidare i benefici dell’esperienza del Superbonus potrebbe essere utile una migliore allocazione delle risorse del Reddito di Cittadinanza, di cui si tratterà nell’ambito della prossima Legge di Bilancio, che veda il ruolo attivo della formazione, tramite ad esempio le scuole edili, come instradamento verso il lavoro offerto dalle imprese».
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