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Superbonus 110% confermato, come funziona. Ma c’è una stretta sullo sconto in fattura – ilmessaggero.it

Il Superbonus al 110 per cento è confermato per i condomini fino alla fine del 2023. Poi subirà un taglio: si passerà al 70 per cento nel 2024 e al 65 per cento nel 2025. Per i proprietari di case unifamiliari e villette arriverà, come già anticipato, un allungamento da giugno 2022 fino alla fine del 2022. Ma solo a patto che i lavori siano effettuati su una prima abitazione e che chi li effettua abbia un indicatore Isee non superiore a 25 mila euro. Ma la novità contenuta nelle bozze della manovra approvata ieri dal governo è anche un’altra. Lo sconto in fattura e la cessione del credito alle banche, che hanno fatto da oggi da vero volano a tutti i bonus edilizi, saranno confermati solo per i Superbonus al 110 per cento. Questo significa che, fuori da questi casi, infissi, caldaie, e gli stessi lavori di ristrutturazione, non potranno più beneficiare dello sconto sul prezzo direttamente nella fattura.

Bonus prorogati per tre anni

Tutti i bonus, comunque, saranno prorogati per tre anni. Quello sulle ristrutturazioni edilizie al 50 per cento, quello sull’efficientamento energetico al 65 per cento, il bonus mobili e quello sugli elettrodomestici al 50 per cento, le detrazioni legate al sisma, sia quelle al 75 per cento che all’85 per cento. 
Secondo quanto spiegato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, il costo complessivo delle misure per l’edilizia è di 37 miliardi di euro, di cui 15 miliardi destinati al solo Superbonus del 110 per cento. Franco ha anche spiegato che, per evitare che chi ha iniziato i lavori con una percentuale di detrazione più alta, si debba trovare a proseguirli con un bonus inferiore. La bozza della manovra, su questo punto, dà alcune risposte. Per gli interventi effettuati sulle case unifamiliari e le villette per i quali, alla data del 30 settembre 2021 risulti effettuata la Cila, la detrazione del 110 per cento spetterà per tutto il 2022. 

Le case popolari

Per interventi di Iacp, gli Istituti autonomi delle case popolari, e le cooperative, per i quali al 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento, la detrazione del 110 per cento spetterà anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. Per i condomini invece, come detto, la proroga del 110 per cento è fino alla fine del 2023. Poi inizierà il decalage. Anche il bonus sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici, legati sempre a una ristrutturazione, sono stati confermati fino al 2024. Resta il tetto di 5 mila euro della detrazione per i bonus-mobili e per i grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe «A» per i forni, «E» per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, «F» per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione; inoltre solo se i lavori sono partiti dal primo gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto. «L’incentivo ha avuto ruolo molto positivo per stimolare la ripresa delle costruzioni” ha spiegato il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri».

«Grazie ai bonus edilizi, che stabilizziamo per tre anni, chi ristruttura e migliora le classi energetiche del proprio edificio, registrerà una riduzione delle tasse per circa 30 miliardi nei prossimi anni e diamo stabilità e sicurezza a un settore che è ripartito» ha spiegato il viceministro all’Economia, Laura Castelli. Il tetto Isee di 25 mila euro sulle case unifamiliari, tuttavia, è finito nel mirino di alcune forze di maggioranza. Perplessa Confedilizia. «La proroga del superbonus col limite Isee dei 25 mila euro è una misura inefficace, che resterà inutilizzata, utile soltanto per piantare una nuova bandierina demagogica» ha avvertito il presidente, Giorgio Spaziani Testa.

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