Meno tasse, più contributivo.
Legge di Bilancio 2022 concepita da Draghi nello spazio e forma di un quadrilatero. Meno tasse, 12 mln e non 8 in meno nel 2022. Pensioni pagate dai contributi (obiettivo da raggiungere e insieme condizione sine qua non per pagarle alla lunga e sempre) e non dalla fiscalità generale come in buona parte avviene oggi. Un mare di investimenti pubblici e un fiume di spesa sociale.
Pensioni scalino: da 62 a 64.
Draghi, ma non troppo: all’età pensionabile di fatto di 62 anni obiettivo dei sindacati non si resta e non si torna. L’anno prossimo si va in pensione, se si vuole, a 64 anni e 38 di contributi, Quota 102. Come voleva Draghi. E poi? Poi si vede. Come vuole la politica e come vogliono i sindacati (cui però non basta e che per andare in pensione vorrebbero non scala ma piano inclinato).
Reddito Cittadinanza: tolto dopo due no al lavoro.
Prima al terzo No si perdeva, d’ora in poi al secondo. Dopo due No ad offerte di lavoro, chi prende il Reddito di Cittadinanza se lo vedrà tolto. Inoltre l’assegno calerà progressivamente ma non sparirà se il percettore trova regolare lavoro. In teoria, si vedrà se davvero. Anche finora c’erano in teoria revoche dell’assegno in caso rifiuto offerte di lavoro, ma non è mai successo. Niente controlli, niente sanzioni. Ora si promettono controlli preventivi, prima di pagarlo l’assegno. Quindi le nuove regole in teoria una stretta, in realtà uno scappellotto.
Bonus case dimagriti.
Bonus 110% resta, anche per le villette. Ma solo per i proprietari di villette prima casa con Isee sotto i 25 mila euro. Bonus facciate resta ma cala da 90 a 60%. E addio, senza rimpianti, al cashback.
Monopattini elettrici, perché il casco no?
Per i monopattini elettrici divieto di parcheggio sui marciapiedi e limite velocità a 20 km orari. Ma casco obbligatorio no. Sarà perché obbligo di casco era l’unica cosa che si poteva controllare davvero? Monopattini non lasciati sui marciapiedi in un mondo in cui parcheggiano sui marciapiedi moto, motorini e auto e furgoni è cosa difficile da credere. Così come il rispetto dei limiti di velocità quando nessuno fa rispettare neanche il divieto di andarci sopra in due. L’unica che si poteva far rispettare era il casco. Ma, se obbligatorio, il casco toccava comprarlo. E qui la lobby detta della mobilità sostenibile ha fatto un buon lavoro, per se stessa. Innanzitutto ha indovinato il nome: avesse detto no casco per motorelle o anche solo per le due ruote elettriche forse non ce l’avrebbe fatta. Invece mobilità sostenibile è causa buona e giusta e universale e, se capita, val bene isolati traumi cranici. Soprattutto non si riduce, gravandolo del disincentivo casco, il giro d’affari delle società affitto-vendita di motorelle-due ruote elettriche. Pardon, mobilità sostenibile.
Green Pass non finisce con dicembre.
Andranno avanti fino a marzo o forse fino a giugno l’obbligo e l’uso del Green Pass sui luoghi di lavoro e nelle situazioni di folta aggregazione sociale. La data in cui Green Pass finirà non dipende, come qualcuno pensa, dalla durata dello stato d’emergenza. Dipende dalla evoluzione della pandemia. Pandemia che, purtroppo ormai già si vede, non va in pensione al 31 dicembre e l’Epifania il 6 gennaio non se la porta via: nell’ultima settimana 43% di contagi in più rispetto a quella precedente (solo in parte attribuibile a cresciuto numero tamponi pari a più 21%).
Trieste: 46 contagiati tra i manifestanti. Per ora.
No Green Pass non equivale a no contagio. A star stretti, pressati, in tanti e senza mascherina fa…per ora 46 casi di Covid tra i manifestanti a Trieste (195 in città). I 46 tutti rigorosamente non vaccinati. Dice l’epidemiologo: 46 solo per ora, perchè il focolaio sviluppatosi tra i manifestanti è per definizione mobile, refrattario al tracciamento e non abituato a misure di contenimento tipo mascherine e distanziamento. Una volta si diceva: polemizzate con tutto, ma non con le notizie.
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