Arrivano i primi finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di nuovi punti di ricarica da installare nelle imprese, ma anche per le colonnine a disposizione di singoli professionisti. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero della transizione ecologica che detta le regole per ottenere i contributi. L’importo è pari al 40% della spesa sostenuta. A disposizione un fondo di 90 milioni di euro per quest’anno. A breve le istruzioni operative per presentare la domanda.
Le colonnine necessarie
Secondo il Piano nazionale per la mobilità elettrica del governo si prevede di avere almeno sei milioni di veicoli elettrici circolanti al 2030. Per assicurare la ricarica si stima che occorrano almeno a 3,3 milioni di punti privati, 31.500 colonnine di ricarica pubblica veloce e 78.600 colonnine di ricarica pubblica lenta. Per il raggiungimento di questo obiettivo sono state messe in campo le detrazioni fiscali per i soggetti privati, con la detrazione del 50 per cento e la possibilità di far rientrare le colonnine nell’ambito dei lavori del Superbonus. Per favorire le imprese e i titolari di partita Iva arriva adesso il nuovo bonus.
A chi spetta l’agevolazione
Il contributo spetta a professionisti e imprese che siano in regola con gli adempimenti fiscali e con il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali. Alle imprese è richiesto il certificato di regolarità contributiva per i proprie dipendenti. Ai professionisti la regolarità nelle dichiarazioni Iva, e non deve esserci nessun altro conto in sospeso con il Fisco. Inoltre non deve essere stato già ricevuto o essere richiesto nessun altro contributo pubblico per le stesse infrastrutture di ricarica. A norma di legge, infatti, questo bonus non è cumulabile con altre agevolazioni previste per la stessa spesa.
Agevolate tutte le spese
Quanto ai costi, il contributo può essere richiesto per le spese effettuate dal 21 ottobre in poi. Tra queste rientrano non solo le spese di acquisto delle infrastrutture ma anche le spese per l’installazione delle colonnine, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, gli impianti e i dispositivi per il monitoraggio. Compresi anche i costi per spese di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi, come pure i costi per la connessione alla rete elettrica, entro il tetto massimo di spesa ammesso per singolo impianto.
Caratteristiche e importo massimo
Le colonnine debbono essere nuove di fabbrica e avere una potenza nominale almeno pari a 7,4 kW che garantiscano almeno 32 Ampere per ogni singola fase.
Il tetto di spesa si differenzia tra infrastrutture a corrente alternata e a corrente continua.
Nel primo caso il costo massimo ammesso all’agevolazione è pari a:
- 2.500 euro per singolo dispositivo con un solo punto di ricarica, inclusi wallbox;
- 8.000 euro per singola colonnina in caso di due punti di ricarica.
Per le infrastrutture di ricarica a corrente continua, invece, il decreto prevede un importo a seconda della potenza così differenziato:
- fino a 50 kW: 1000 euro/kW;
- oltre 50 kW: 50.000 euro per singola colonnina;
- oltre 100 kW: 75.000 euro per singola colonnina.
Le colonnine debbono essere installate in aree che siano nella piena disponibilità dei soggetti beneficiari del bonus, quindi in aree di proprietà privata.
Una sola richiesta di contributi
Per finanziare le nuove installazioni è previsto un fondo di 90 milioni di euro per l’anno 2020. Ai professionisti sono riservati 9 milioni di euro del fondo complessivo. Si può presentare una sola domanda per il contributo ed è obbligatorio mantenere l’infrastruttura di ricarica nei cinque anni successivi.
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