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Superbonus, Confindustria: “In due anni lavori per 18,5 miliardi. Prorogare al 2023 o le banche non acquistan… – la Repubblica

MILANO – Confindustria stima che il Superbonus 110% per i lavori di efficientamento energetico e antisismici negli edifici possano attivare “18,5 miliardi di spese, con un impatto positivo sul Pil pari a circa l’1 per cento”. Alla luce di questi numeri, dalla filiera delle costruzioni arriva ancora forte la richiesta di una proroga a tutto il 2023 della misura, che per il momento – con il decreto di riparto per il fondo da 30 miliardi complementare al Pnrr – arriva alla fine del prossimo anno.

Concetti che Ance e la stessa Confindustria hanno messo sul tavolo del Parlamento, in audizione alle commissioni congiunte Ambiente e Attività produttive della Camera. “Servono termini più realistici per ottenere significativi risultati”, ha detto il vice presidente per il credito, la finanza e il fisco di Confindustria, Emanuele Orsini, rimarcando che si tratta “di una misura che necessita di tempi giusti per viaggiare a pieno regime. Per tutte queste ragioni, ribadiamo l’assoluta importanza di prorogare il superbonus almeno fino al 31 dicembre 2023. Inoltre, “l’incertezza sui tempi di proroga della misura porta alla conseguenza per cui alcune banche, per ragioni di prudenza, preferiscono non impegnarsi nell’acquisto di crediti relativi a lavori da completare o, addirittura, eseguire nel 2022. Con la conseguenza di fermare un iter già avviato con lavori tecnici preparatori”.

Superbonus 110%, tutte le domande all’esperto

Concetti confermati nella sostanza dall’Abi, con il direttore generale Giovanni Sabatini: “La finestra temporale di fruizione del beneficio appare molto limitata. Da un lato infatti alcuni mesi sono stati necessari per definire il quadro regolamentare e dall’altro la procedura di attivazione, segnatamente per i condomini, è lunga e complessa. Da queste considerazioni largamente condivise da tutti i soggetti coinvolti è emerso l’auspicio per un ampliamento della finestra temporale di fruizione”. E ha aggiunto: “Soprattutto negli interventi a favore di interi condomini è molto frequente il blocco dei lavori a seguito di studi di fattibilità svolti dai professionisti per cause inerenti la non conformità edilizia”.

“Il processo virtuoso è avviato – ha spiegato ancora Sabatini – ma a fronte del grande interesse manifestato dai soggetti designati dalle norme citate come potenziali cessionari dei crediti in parola, permangono dubbi di carattere interpretativo che, se non risolti, potrebbero condizionare l’efficacia delle misure descritte”. In definitiva, la cedibilità dei bonus fiscali secondo l’Abi “è stata fino ad ora il principale fattore di successo ma come sempre il mercato e gli operatori hanno bisogno di quadri regolamentari certi e possibilmente stabili”.

Prima era stato Gabriele Buia, presidente Ance, a chiedere “subito” conferma della proroga del superbonus 110% al 2023, “se necessario attraverso un nuovo scostamento di bilancio. Rimandare la proroga al 2023 alla prossima Legge di Bilancio significa creare incertezze e bloccare gli investimenti e la creazione di posti di lavoro, introdurre una nuova complicazione nel già molto complesso labirinto delle regole del Superbonus”. La stima dell’Ance è di “6 miliardi di spesa aggiuntiva, nel 2021, legata al Superbonus”: con un potenziale “effetto sull’economia di 21 miliardi di euro, ovvero oltre un punto di Pil”.

Buia è quindi tornato a battere il tasto della semplificazione, visto che per attivare il Superbonus 110% occorrono circa 36 procedure complesse in 8 distinte fasi, un vero e proprio “labirinto” che necessita di una “semplificazione mirata”.

Source: repubblica.it

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