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Superbonus, l’assemblea può imporre di cambiare infissi e scaldabagni per raggiungere il salto di due classi? – La Repubblica

Il testo dell’art. 119 del decreto Rilancio, in vigore dal 5 maggio 2020, ha fin da subito previsto che gli interventi in ambito condominiale per accedere al Superbonus debbono essere realizzati, appunto, sui beni condominiali, ossia sulle parti comuni dell’edificio. Per questo motivo come chiarito dall’Agenzia delle entrate con la circolare 24 nell’agosto 2020, è stato previsto che l”Ape convenzionale”  deve essere rilasciato esclusivamente in riferimento all’intero fabbricato e, come ribadito nella circolare 30 del dicembre dello scorso anno, non è possibile a questo scopo sommare gli Ape dei singoli appartamenti ma è necessaria una diversa modalità di calcolo, peraltro chiaramente illustrata dall’ Enea. Quindi è esluso in ogni caso che  il salto di due classi per l’edificio possa essere  ottenuto “sommando” gli interventi sulle parti comuni con quelli sulle parti private.  Inoltre, come previsto dall norme del codice civile in materia condomiaiale, l’assemble a amaggioranza non ha alcun potere di imporre ai proprietari dei singoli appartamenti di far accedere tecnici né tantomeno di effettuare alcun tipo di intervento. Quindi considerando che le norme del codice civile dovrebbero essere ben concosciute dall’aministratore e che il Superbonus è in vigore da 18 mesi, occorrerebbe chiarire come mai si prevede di presentare all’assemblea una proposta che prevede anche delle modalità di intervento che a norma di legge sono irrealizzabili anche al fine di ottenere il risultato per l’acesso al bonus.

Source: repubblica.it

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