Nel mese di ottobre in Europa più Efta e Regno Unito sono state immatricolate 798.693 auto il 29,3% in meno dello stesso mese del 2020. Nei dieci mesi le immatricolazioni – secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei dell’auto – sono state complessivamente 9.960.706, in crescita del 2,7% sull’analogo periodo dell’anno scorso.
Il gruppo Stellantis a ottobre è il costruttore che ha venduto di più in Europa. A ottobre le immatricolazioni sono state 165.866 (quelle del gruppo Volkswagen sono 165.309), il 31,6% in meno dello stesso mese del 2020 con una quota del 20,8% a fronte del 21,5%. Il totale dei dieci mesi è di 2.029.330 auto vendute, in crescita del 3,2% sullo stesso periodo dell’anno scorso pari a una quota del 20,4% (era 20,3%).
Le immatricolazioni di auto in Europa più Efta e regno Unito registrano un calo del 34,3% rispetto allo stesso mese del 2019, anno che ha preceduto la pandemia, con contrazioni in tutti i paesi con la sola eccezione dei piccolissimi mercati di Irlanda, Islanda e Norvegia. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor che parla di “un cocktail micidiale di fattori negativi”. “L’industria – spiega il Csp – lotta contro la carenza di semiconduttori che ha determinato fermate produttive in molti impianti, mentre la domanda è penalizzata dalla pandemia, che sta rialzando la testa, da un indebolimento della fiducia dei consumatori, dall’aumento dell’inflazione e in qualche paese anche da aumenti di tassazione. Brilla una sola luce: la crescita delle quote di mercato delle auto elettriche pure e delle auto ibride con la spina per la ricarica elettrica. Particolarmente colpiti i 5 maggiori mercati Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna. In Germania le immatricolazioni, rispetto al 2019, accusano un calo del 37,2% mentre la quota dei veicoli elettrici ha toccato un nuovo massimo, raggiungendo il 30%. Nel Regno Unito si è registrato un calo del 25,8% sul 2019 e la quota delle auto elettriche è stata del 15,2% per i modelli elettrici puri (Bev) e del 7,9% per i modelli ibridi con la spina (Phev). In Spagna il calo è del 37,2% su ottobre 2019 con risultati negativi per le vendite a privati. La Francia è quella che accusa il calo più forte (-37,3% su ottobre 2019), mentre in Italia crescono le quote di elettriche pure (7% a ottobre 2021) e ibride con la spina (5%), ma le forti contrazioni degli acquisti di auto a benzina e gasolio vanno a vantaggio delle auto ibride senza spina, che utilizzano come carburanti benzina o gasolio”. “Non si comprende per quale motivo l’Italia, che dispone in questo momento di risorse eccezionali, non abbia fin qui varato un piano per sostenere il settore dell’auto che è in fortissima difficoltà e che ha bisogno di interventi molto significativi per affrontare la transizione all’elettrico” spiega Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.
“In Europa a ottobre si registrano cali di vendite intorno a un terzo dei volumi, sia nella media dei 30 paesi monitorati (Ue+Uk+Efta) sia per alcuni dei mercati più grandi, fra i quali spicca l’Italia con il calo più alto. In totale a ottobre in Europa sono state immatricolate 798.693 vetture, il volume più basso per lo stesso mese da quando esiste la rilevazione, con una perdita del 29,3% sul 2020”. Lo sottolinea l’Unrae. Secondo gli analisti di Automotive News la proiezione più ottimistica indica per fine anno 13,1 milioni di unità, con 2,7 milioni di vetture in meno rispetto ai 15,8 milioni del 2019. Alla crisi del mercato contribuisce in maniera rilevante la perdurante carenza dei microchip. “Per l’Italia c’è da esprimere un forte sconcerto per l’assenza nella bozza della Legge di Bilancio di qualsiasi misura a favore dell’automotive. È doveroso continuare a ribadire con forza l’impellenza di una strategia a sostegno della domanda, con misure come l’Ecobonus di durata almeno triennale. È ineludibile anche una rigorosa pianificazione per garantire uno sviluppo rapido e capillare delle infrastrutture di ricarica, soprattutto quelle ad alta potenza. Senza misure strutturali di medio-lungo periodo, gli obiettivi di decarbonizzazione e svecchiamento del parco circolante non saranno realisticamente raggiungibili” afferma Andrea Cardinali, direttore Generale dell’Unrae.
“A ottobre prosegue, per il quarto mese consecutivo, dopo le pesanti flessioni del trimestre luglio-agosto-settembre, il trend discendente (-29,3%) del mercato auto europeo, che arriva a toccare i volumi più bassi, per il decimo mese dell’anno, da quando Acea ha iniziato la rilevazione”. Lo afferma Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia. “La maggior parte dei Paesi registrano cali a doppia cifra, inclusi i cinque major market (compreso Uk): l’Italia, che è in quarta posizione per volumi di immatricolazioni, registra la performance peggiore (-35,7%), seguita da Germania (-34,9%), Francia (-30,7%), Uk (-24,6%) e Spagna (-20,5%). Per questi cinque mercati, nel complesso, la contrazione delle immatricolazioni, -31,1%, è più severa della media Ue e la loro quota complessiva sul totale immatricolato si attesta al 70,6%. Ad accomunare i maggiori Paesi europei sono le difficoltà generate dalla carenza di semiconduttori, una situazione di stallo che si protrarrà anche nel 2022. E’ questo il contesto in cui l’industria automotive si trova ad affrontare la sfida della transizione energetica, una transizione di portata epocale di fronte alla quale ci stupisce che il governo italiano, impegnato, in questo momento, nella programmazione economica del Paese, non abbia inserito nell’attuale bozza della Legge di Bilancio 2022 alcuna misura a sostegno del settore, né sul fronte dell’offerta, né sul fronte della domanda, nonostante le varie proposte di intervento discusse al Tavolo Automotive del ministero dello Sviluppo Economico. Quest’assenza fa dell’Italia l’unico Paese a non avere, in questa fase, misure di incentivazione alla domanda dei veicoli a zero e a basse emissioni secondo una programmazione pluriennale, dopo il recente esaurimento dei fondi dell’Ecobonus e gli ottimi risultati ottenuti sul mercato grazie alla sua applicazione”
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